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USA: Biden, più fondi per la lotta al cambiamento climatico
In vista delle prossime celebrazioni della Giornata della Terra, l’amministrazione del presidente Joe Biden si è nuovamente impegnata giovedì 20 aprile a rafforzare la spesa internazionale degli Stati Uniti per il clima, al fine di aiutare i Paesi in via di sviluppo a combattere i cambiamenti climatici e a frenare la deforestazione nella foresta amazzonica brasiliana.
Per sostenere queste azioni, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (U.S. Department of Agriculture, USDA) e il Dipartimento degli Interni (Department of the Interior, DOI) hanno collaborato allo sviluppo di diversi rapporti sul rafforzamento delle foreste, delle comunità e delle economie locali della nazione.
I repubblicani oppongono resistenza all’agenda sul clima
Durante una riunione virtuale del Major Economies Forum on Energy and Climate, Biden ha esortato le sue controparti ad essere ambiziose nel fissare gli obiettivi di riduzione delle emissioni e a raggiungere l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C.
Il forum delle principali economie sull’energia e il clima ha lo scopo di facilitare un dialogo sincero tra le principali economie sviluppate e in via di sviluppo, contribuire a raggiungere un risultato positivo sul cambiamento climatico e promuovere l’esplorazione di iniziative concrete e joint venture che aumentino la fornitura di energia pulita riducendo le emissioni di gas serra.
Lanciato per la prima volta nel 2009, ora comprende 26 Paesi che, secondo la Casa Bianca, rappresentano circa l’80% delle emissioni di gas serra e del prodotto interno lordo mondiale. La riunione di giovedì è stata la quarta del gruppo sotto la presidenza di Biden.
L’amministrazione ha annunciato un contributo statunitense di 1 miliardo di dollari al Fondo Verde per il Clima, che finanzia progetti per l’energia pulita e la resilienza ai cambiamenti climatici nei Paesi in via di sviluppo, raddoppiando così il contributo complessivo degli Stati Uniti.
Gli impatti del cambiamento climatico saranno avvertiti soprattutto da coloro che hanno contribuito meno al problema, tra cui i Paesi in via di sviluppo, ha dichiarato il presidente statunitense, aggiungendo che è giusto che le grandi economie e i grandi emettitori si facciano avanti per sostenere queste economie.
Biden ha anche annunciato l’intenzione di richiedere 500 milioni di dollari in cinque anni per contribuire al Fondo per l’Amazzonia, che lavora per combattere la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana, e ad attività correlate. Un alto funzionario dell’amministrazione ha affermato che il team del presidente dovrà lavorare con il Congresso per garantire questi finanziamenti.
Il Brasile ha accolto con favore l’impegno. Il Ministro dell’Ambiente brasiliano, Marina Silva, durante una conferenza stampa ha dichiarato che è ovviamente un grande risultato, sia per il significato di un contributo degli Stati Uniti a un fondo come il Fondo per l’Amazzonia sia per il volume di risorse che saranno messe a disposizione.
Tuttavia, l’annuncio è arrivato solo un giorno dopo che il presidente della Camera, Kevin McCarthy, ha lanciato un attacco al cuore dell’agenda dell’amministrazione Biden sul clima, un segno delle divisioni interne che continuano ad ostacolare gli sforzi degli Stati Uniti per guidare il mondo nella lotta contro il riscaldamento del pianeta.
McCarthy, infatti, ha proposto mercoledì una legge che toglierebbe miliardi di dollari di incentivi nazionali per l’energia pulita in cambio dell’innalzamento dei limiti di indebitamento degli Stati Uniti per evitare un default del debito economicamente paralizzante. Una situazione simile si era già verificata nelle scorse settimane in Texas.
Le tattiche negoziali di McCarthy indicano che è improbabile che i repubblicani sostengano un aumento dei finanziamenti per il clima, soprattutto se si considera che il suo partito si è storicamente opposto alla spesa internazionale per il clima.
Il posizionamento repubblicano mette a rischio l’obiettivo di Biden di aumentare i finanziamenti internazionali per il clima fino a 11 miliardi di dollari all’anno entro il 2024 e minaccia di far fallire la buona volontà guadagnata dalle nazioni ricche ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite dello scorso anno, in cui i delegati hanno concordato di creare un fondo “perdite e danni” per pagare le nazioni più povere per i danni climatici irreparabili.
Il fondo non è ancora operativo, tuttavia i repubblicani hanno criticato la sua creazione durante i colloqui dello scorso novembre a Sharm el-Sheikh, in Egitto.
D’altra parte, la scorsa settimana in occasione di un evento a Washington Sultan Ahmed al Jaber (il presidente dei colloqui sul clima di quest’anno, che saranno ospitati dagli Emirati Arabi Uniti) ha dichiarato che tutto ruota attorno alla disponibilità di finanziamenti e capitali.
I Paesi in via di sviluppo, però, hanno ragioni per essere scettici, in quanto i Paesi ricchi non hanno ancora mantenuto la promessa fatta nel 2009 di distribuire 100 miliardi di dollari di finanziamenti per il clima all’anno entro il 2020.
Questo azioni, tuttavia, rappresentano un progresso concreto dell’amministrazione Biden rispetto all’obiettivo di fornire più fondi per aiutare i Paesi in via di sviluppo a far fronte agli effetti del cambiamento climatico.