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USA, influenza aviaria incontrata nel latte in nove Stati: presente in 1 su 5 campioni di latte

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La situazione dell’influenza aviaria negli Stati Uniti è peggio di quanto si pensasse e sta iniziando a preoccupare il Parlamento, al punto che da entrambi i lati dello schieramento politico ci sono pressioni sulla USDA -l’entità legata all’agricoltura e all’allevamento- per aumentare le regolamentazioni e contenere l’epidemia. L’influenza aviaria è tipica del pollame e degli uccelli, ma in alcuni casi può essere trasmessa ad altri animali e all’essere umano. Nelle ultime settimane, controlli a campione hanno rivelato la presenza del virus H5N1 nelle mandrie di Colorado, Texas, Kansas, Michigan, Ohio, Idaho, New Mexico, North Carolina e South Dakota. Sembra essere contagiato almeno il 10% delle vacche controllate, ma rimangono dubbi su quanto effettivamente sia grande il contagio dal momento che i controlli a tappeto non sono ancora iniziati.

La notizia ha raggiunto il grande pubblico quando è stato confermato il primo caso di trasmissione a un umano in Texas, un lavoratore agricolo che era stato in contatto con dei capi di bestiame infetti. In un primo momento la USDA ha voluto rassicurare i mercati, i consumatori e i produttori dicendo che la situazione era sotto controllo e non avrebbe generato dei problemi per la filiera a valle. Non sono state predisposte misure di alcun tipo e non è stato dichiarato uno stato di emergenza o di epidemia. Questo ritardo nella risposta ora si è dimostrato forse troppo azzardato, dal momento che adesso si è iniziato a trovare il virus all’interno dei prodotti caseari.

Si rischia che i lavoratori agricoli si contagino e trasmettano il virus

Il virus passa ai prodotti caseari

Un’analisi dell’Università dell’Arizona sui dati della USDA dimostra che il contagio è significativamente più esteso rispetto alle 34 mandrie dichiarate dall’istituzione. Inoltre ora è diventato evidente che il latte prodotto da queste mandrie è inquinato con tracce del virus. Oggi è stato scoperto in diversi prodotti caseari venduti in Colorado, portando a un test su più larga scala del latte venduto nelle zone delle mandrie infette. L’indagine ha dimostrato che 1 campione su 5 di quelli testati contiene tracce del virus dell’influenza aviaria, iniziando a far presagire una situazione molto più complicata rispetto a quella che la USDA aveva inizialmente dipinto.

Un fattore che sembra molto difficile da spiegare è la differenza tra il virus riscontrato nel latte e quello riscontrato nell’unico paziente che è stato contagiato. Anche questo è un elemento che non è stato rivelato dalla USDA direttamente, ma dallo studio condotto dalla University of Arizona. Nel frattempo la USDA dice che il virus incontrato nei prodotti caseari non è pericoloso per l’essere umano e consiglia semplicemente ai consumatori di comprare solo latte pastorizzato. Alcuni esperti, tra cui Michael Osterholm dell’Università del Minnesota, ritengono che una volta iniziati i controlli sulle mandrie di tutto il paese si scoprirà probabilmente la presenza del contagio ovunque.

La pastorizzazione rende inattivo il virus anche se presente nel latte

Il Congresso comincia a perdere la pazienza

Vista l’assenza di azioni concrete da parte della USDA, la politica sta cominciando a farsi dei dubbi. A guidare il fronte di chi chiede maggiori controlli è Mitt Romney, senatore Repubblicano già candidato a presidente. Romney chiede che si mettano in pratica le lezioni imparate con il Covid, facendo tutto il necessario per fermare il contagio adesso prima che cominci a circolare in maniera significativa negli esseri umani. Anche diversi membri del partito democratico hanno iniziato a fare pressione sulla USDA per muoversi in tal senso, tra cui il Senatore Tammy Baldwin che vorrebbe delle misure di contenimento per evitare che l’influenza aviaria possa arrivare anche agli Stati dove non è stata riscontrata. Anche se il processo di pastorizzazione rende inattivo il virus nei prodotti destinati all’uso alimentare, la paura è che i lavoratori agricoli possano contagiarsi stando a contatto con le mandrie e poi trasmettere il virus all’interno della popolazione.

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