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USA: ll petrolio rappresenta il 57% della spesa energetica

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La Energy Information Administration (EIA), ha rivelato questa settimana che nel 2021, i prodotti petroliferi hanno costituito la maggioranza della spesa energetica dei consumatori statunitensi, rappresentando il 57% del totale.

Questo aumento è stato guidato da un incremento del 25% della spesa energetica complessiva, una volta adeguata all’inflazione, rispetto al 2020.

L’IEA ha riportato anche un incremento del 25% della spesa energetica complessiva.

I dati della Energy Information Administration

Nel corso del 2021, i prodotti petroliferi, come la benzina, il gasolio e il carburante per aeromobili, hanno rappresentato la maggior parte delle spese energetiche dei consumatori statunitensi, costituendo ben il 57% dell’intero importo, secondo i dati forniti dall’EIA.

L’incremento del consumo di prodotti petroliferi nel 2021 è stato notevole, con una cifra di spesa di 757 miliardi di dollari, un aumento del 44% rispetto al 2020. Questo aumento può essere attribuito all’aumento della domanda a seguito della revoca dei lockdown dovuti alla pandemia di Covid e all’impennata dei prezzi del petrolio greggio e dei suoi derivati.

Nel frattempo, la spesa per l’elettricità da parte dei consumatori statunitensi ha raggiunto i 419 miliardi di dollari, con un modesto aumento del 3% rispetto all’anno precedente. L’EIA ha segnalato che il consumo di gas naturale per usi diversi dalla produzione di elettricità, come il riscaldamento e il raffreddamento di case e edifici, ha rappresentato circa il 10% (133 miliardi di dollari) del totale delle spese energetiche del paese.

Nel 2021, la spesa energetica pro capite degli Stati Uniti è aumentata del 25% rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra di 3.967 dollari, livelli simili a quelli del 2019. Questa crescita è stata registrata in tutti gli stati degli Stati Uniti, con il Connecticut che ha segnato l’incremento più contenuto (13%), mentre la Louisiana ha visto il maggiore aumento (43%).

Le previsioni dell’EIA indicano che le spese energetiche continueranno a crescere nel 2022 e nel 2023, a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia, in particolare per quanto riguarda la benzina.

La fine delle misure di restrizione per il Covid ha sicuramente inciso sul repentino rialzo del consumo di prodotti petroliferi.

Il prezzo del petrolio continua a crescere

Nell’ultima settimana, i prezzi del carburante hanno subito un improvviso rialzo a causa delle interruzioni nelle raffinerie causate dalle ondate di calore, che hanno colpito alcune delle più grandi strutture di raffinazione del paese. Questo aumento è avvenuto proprio in un momento critico, quando la domanda estiva di benzina era al massimo e le scorte di carburante hanno raggiunto il livello più basso per il mese di luglio dal lontano 2015. Patrick De Haan, il capo dell’analisi petrolifera di GasBuddy, ha reso nota questa situazione attraverso una dichiarazione ufficiale.

Ma le cattive notizie non finiscono qui: i prezzi del petrolio hanno avuto una brusca crescita, toccando il livello più elevato degli ultimi mesi, superando la soglia dei 80 dollari al barile e chiudendo per la sesta settimana consecutiva in positivo. Questo rialzo è stato innescato dal termine dei rilasci sul mercato della Riserva Strategica di Petrolio (SPR) e da crescenti preoccupazioni riguardo a tagli nell’offerta da parte dei due giganti petroliferi, l’Arabia Saudita e la Russia, rispettivamente il secondo e il terzo maggior produttore di petrolio al mondo.

Patrick De Haan ha sottolineato che questa escalation dei prezzi è stata la più rapida e significativa che i conducenti abbiano sperimentato quest’anno per la benzina e il diesel. La situazione è davvero preoccupante per i consumatori e pone l’attenzione sulla stabilità e la volatilità del mercato petrolifero globale.

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