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USA, previsti salari alti e lotta per i lavoratori nel 2024

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I datori di lavoro si attendono che nel 2024 i livelli di occupazione rimangano molto alti, continuando a generare una forte concorrenza per attirare i lavoratori e spingendo a rialzo i salari. Questi sono i risultati di un recente sondaggio di Willis Towers Watson (WTW); trattandosi di un’azienda quotata sul Nasdaq e con 15 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, è una delle voci più autorevoli in fatto di dati economici. I dati dicono che ci si attende un leggero raffreddamento dei livelli di occupazione e competizione per le risorse umane, ma che le aziende si attendono comunque un mercato del lavoro molto caldo anche nel corso del prossimo anno.

Sono oltre due terzi (70%) i datori di lavoro che si aspettano di aumentare i salari dei dipendenti nel corso del 2023 rispetto al 2022. Soltanto il 14% delle aziende intervistate si attende invece che, nel corso di quest’anno, i rialzi dei salari siano inferiori a quelli dell’anno passato. Questo è un dato importante da considerare in un momento come questo, in cui l’economia -e soprattutto la Federal Reserve- sono alle prese con un tasso di inflazione ben sopra il target desiderato. Il mercato del lavoro è essenziale per assicurare l’efficacia della politica monetaria: se i lavoratori continueranno a scarseggiare e a causare una forte concorrenza tra i datori di lavoro, i tassi dovranno crescere oltre le attese per compensare.

Il mercato del lavoro è strettamente correlato al tema dell’inflazione, che rimane il più discusso sul fronte macroeconomico

Ancora forte il mercato del lavoro

Stando a quanto mostrato dall’indagine di WTW, i datori di lavoro si aspettano che il mercato rimarrà sbilanciato a favore dei lavoratori. Una situazione che continua a protrarsi dal post-pandemia in avanti, con un livello record di disoccupazione -in termini positivi- negli Stati Uniti. Anche in Europa e nel Regno Unito continuano a essere alti i numeri sull’occupazione, ma negli USA si è quasi vicini alla vera e propria piena occupazione. Questo significa che le aziende devono competere a rialzo con i salari, in modo da riuscire ad attirare lavoratori che possano garantire le risorse umane con cui espandere il business.

Per avere un riferimento, i salari negli Stati Uniti sono cresciuti del 3.1% nel 2021. Ci si aspetta che crescano del 4.3% nel 2023 e del 4.0% nel 2024, il che significa che sarà difficile mantenere il tasso di inflazione al di sotto di questo livello. Addirittura il 51% delle aziende dichiara di essere preoccupata per la propria capacità di attirare risorse umane e di trattenere quelle già inserite nel proprio team.

Le attese delle imprese tendono a influenzare in modo diretto i dati effettivi che si riscontrano nei periodi seguenti. Questo perché le aziende hanno bisogno di creare dei budget relativi ai costi di produzione, inclusi gli stipendi dei propri dipendenti. Nel momento in cui le imprese decidono di alzare i propri budget destinati al pagamento dei salari, automaticamente si mettono le basi per gli aumenti.

Il grafico mostra l’andamento dei salari orari negli Stati Uniti

Notizie importanti sul tema dell’inflazione

Il tema centrale a livello economico e di politica monetaria, da ormai un anno a questa parte, rimane l’inflazione. Questo è vero sia per gli Stati Uniti che per tutte le altre principali economie, con le banche centrali che hanno alzato i propri tassi di interesse a un ritmo mai eguagliato in precedenza. Questo è un tema che rimarrà centrale anche nel corso dei prossimi mesi e probabilmente per buona parte del 2024, finché non si potrà dire che la pressione sui prezzi è stabilmente al di sotto dei target delle banche centrali.

I risultati del nuovo sondaggio pubblicato da WTW lasciano pensare che sarà molto difficile riportare il tasso di inflazione nei limiti desiderati, a meno che i datori di lavoro non debbano ricredersi sulle proprie aspettative. L’aumento dei redditi è uno dei fattori principali che possono portare a un aumento dei prezzi, creando un circolo vizioso in quanto a tasso di inflazione. Per questo la Federal Reserve si auspica un raffreddamento del mercato del lavoro, che malgrado gli aumenti dei tassi sembra non essersi ancora minimamente avvicinato. Anche gli ultimi dati di venerdì scorso sulle richieste di sussidi di disoccupazione lo confermano, con il numero di richieste che si è fermato ben al di sotto delle attese.

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