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Volkswagen, sindacati sul piede di guerra per la paura dei licenziamenti

Sindacati sul piede di guerra, preoccupati dalle dichiarazioni di Volkswagen, intenzionata a chidere degli stabilimenti in Germania.

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Operai ed impiegati di Volkswagen sul piede di guerra. Il management del gruppo automobilistico tedesco dovrà prepararsi ad uno scontro con la forza lavoro, sempre più impaurita e preoccupata. E pronta, soprattutto, a portare le proprie istanze presso la sede centrale di Volkswagen, dove verranno proposti dei tagli dolorosi, tra i quali c’è la chiusura di uno stabilimento in Germania. I tagli si rendono necessari per rendere più profittevole il brand.

Ma entriamo nel dettaglio e vediamo come si andrà ad evolvere lo scontro.

Volkswagen, operai ed impiegati sul piede di guerra

Arno Antlitz, direttore finanziario, e  Thomas Schaefer, responsabile del marchio Volkswagen, si stanno preparando ad incontrare la forza lavoro del gruppo automobilistico per illustrare nel dettaglio i piani dell’azienda. L’incontro è previsto a Wolfsburg, una piccola città nella Germania nord-occidentale costruita per ospitare l’enorme stabilimento Volkswagen.

Daniela Cavallo, presidente del consiglio aziendale (è stata eletta direttamente dai lavoratori), ha sottolineato in modo chiaro e repentino che resisterà ferocemente ai tagli. Cavallo, inoltre, ha avvertito che la rabbia e il risentimento dei lavoratori è così forte che la dirigenza si sentirà molto a disagio nel corso della riunione. Che dovrebbe durare molte ore.

Nel corso della giornata di lunedì Volkswagen ha annunciato che stava valutando la possibilità di chiudere alcune fabbriche in Germania. Un decisione che non aveva mai preso in precedenza, a seguito della quale verrebbe posta fine ad una garanzia occupazionale che dura da anni e che coinvolge sei stabilimenti. I tagli sono giustificati dalla volontà del management di spingere sui tagli dei costi, che dovrebbero essere ridotti di almeno 10 miliardi di euro. Volkswagen, infatti, punta ad un margine di profitto del 6,5% per il marchio entro il 2026, alla ricerca di una crescita rispetto al 2,3% dei primi sei mesi del 2024.

Volkswagen, le aspettative del mercato

Thomas Knabel, rappresentante del sindacato IG Metall presso lo stabilimento Volkswagen di Zwickau, spiega che i sindacati e la dirigenza della Volkswagen in Germania dovrebbero negoziare un aumento salariale a ottobre, ma i rappresentanti dei lavoratori vogliono accelerare la trattativa e avere una discussione ad ampio raggio sui progetti della casa automobilistica.

ll sindacato, uno dei più potenti gruppi di interesse dei lavoratori in Germania con seggi nel consiglio di sorveglianza della Volkswagen, non riesce a immaginare di avviare trattative senza che l’azienda ritiri dal tavolo la sua minaccia di chiudere gli stabilimenti. Secondo Knabel è necessario concordare le regole del gioco.

La dirigenza di Volkswagen attribuisce la colpa delle difficoltà finanziarie al peggioramento della situazione economica in Germania e all’ingresso di nuovi concorrenti sul mercato; i sindacati mettono in evidenza come la strategia di produzione della casa automobilistica risulti essere inefficiente. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, inoltre, il management è stato troppo lento nell’effettuare gli investimenti necessari per produrre un veicolo elettrico destinato al largo pubblico.

Al netto di eventuali responsabilità o colpe soggettive, Volkswagen è ad un bivio molto importante. Deve prendere delle decisioni rapide ed affrontare al più presto il nodo spinoso del taglio dei costi. Un compito sicuramente non facile per un’azienda delle sue dimensioni e della sua complessità.

Philippe Houchois, analista di Jefferies, ha sottolineato che in tempi difficili la dirigenza e i sindacati hanno la capacità di raggiungere un consenso. Ma non sarà facile.

A mettere in difficoltà Volkswagen è l’avvento delle auto elettriche, che hanno comportato una serie di investimenti molto pesanti (fattore che accomuna il gruppo tedesco con la maggior parte dei concorrenti). Il mercato, purtroppo, non ha risposto in modo brillante e veloce. Questo è il motivo per il quale molte costruttori sono costretti a rivedere i propri piani di investimento.

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