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Volkswagen riapre le trattative con i sindacati il 30 ottobre. A rischio gli stabilimenti tedeschi
Le trattative tra Volkswagen ed i sindacati riprenderanno il prossimo 30 ottobre 2024. A rischio ci sono gli stabilimenti tedeschi.
Volkswagen e il sindacato tedesco IG Metall avvieranno il secondo round di trattative sui tagli pianificati alle attività tedesche della casa automobilistica il 30 ottobre. I raprpesentanti dei lavoratori stanno insistendo sul fatto che l’azienda deve mantenere aperti tutti i siti tedeschi.
La tensione è alle stelle, poiché lo spettro della chiusura degli stabilimenti, che sarebbe una prima assoluta per l’azienda in Germania, metterebbe Volkswagen in rotta di collisione con i rappresentanti dei lavoratori, che costituiscono metà del consiglio di sorveglianza e possono influenzare le decisioni sulla strategia aziendale.
I problemi di Volkswagen
Volkswagen ha già provveduto ad annullare un vecchio accordo che garantiva posti di lavoro in sei stabilimenti tedeschi fino al 2029. Il gruppo automobilistico ha affermato di dover intensificare la campagna di riduzione dei costi per far fronte al calo della domanda, che ha determinato un sottoutilizzo della capacità produttiva degli stabilimenti. Volkswagen, tra l’altro, si scontra con la forte concorrenza dei produttori cinesi, che producono solo veicoli elettrici.
Thorsten Groeger, negoziatore dell’IG Metall, ha spiegato che è ormai trascorso abbastanza tempo dai primi negoziati perché il consiglio di amministrazione possa fare i suoi compiti. Il sindacato si aspetta che l’azienda presenti finalmente un piano generale per il prossimo decennio, che garantisca occupazione e utilizzo della capacità produttiva.
Nel primo round di trattative, tenutosi a fine settembre, i sindacati hanno chiesto il ripristino delle garanzie occupazionali oltre il 2030, l’utilizzo di tutti i siti tedeschi e un aumento di stipendio del 7%, in linea con le richieste salariali avanzate da IG Metall per l’intero settore, sulle quali sono in corso trattative separate.
Dopo che la Volkswagen respinse le richieste, i colloqui si conclusero senza un accordo e i sindacati hanno minacciato di dichiarare uno sciopero se non si fosse trovata una soluzione prima del 1° dicembre.
Le critiche dei sindacati tedeschi
Il più grande sindacato industriale tedesco ha criticato aspramente la proposta di aumento salariale per quasi 4 milioni di lavoratori in settori chiave, definendola insufficiente e troppo tardiva, innescando difficili trattative di contrattazione collettiva e possibili scioperi nella più grande economia europea.
L’aumento del 3,6% in un periodo di 27 mesi, annunciato formalmente dall’associazione regionale dei datori di lavoro Nordmetall, è in linea con quanto sarebbe stato messo sul tavolo a livello nazionale, è notevolmente inferiore al 7% chiesto dal sindacato.
Daniel Friedrich, capo negoziatore del distretto regionale del sindacato IG Metall nella Germania settentrionale, sostiene che è troppo poco: gli aumenti salariali arrivano troppo tardi e la durata è troppo lunga. Questo renderà difficile raggiungere rapidamente una buona soluzione.
Tra i datori di lavoro rappresentati nei colloqui, che si svolgono in tutto il Paese, figurano la Siemens, Mercedes-Benz e BMW.
Il gruppo dell’IG Metall per la Germania settentrionale ha dichiarato che valuterà l’offerta la prossima settimana e deciderà le ulteriori misure, tra cui potrebbe rientrare uno sciopero a partire dal 29 ottobre.
Lena Stroebele, che sta guidando le trattative per conto dei datori di lavoro nel distretto settentrionale, ha spiegato che la proposta prevede un aumento salariale scaglionato dell’1,7% a partire dal 1° luglio 2025 e dell’1,9% all’anno successivo.
Secondo Lena Stroebele l’offerta del sindacato è un segno di apprezzamento per i dipendenti, anche in tempi di crisi. Allo stesso tempo, siamo al limite di ciò che le nostre aziende associate possono gestire in generale.
Angelique Renkhoff-Muecke, rappresentante dei datori di lavoro del distretto meridionale della Baviera, ritiene accettare la proposta del sindacato creerebbe un danno enorme, dato che l’intera industria tedesca sta attraversando una crisi strutturale dell’industria tedesca e la contrazione degli ordini.
In questo round di colloqui non è inclusa nei colloqui la Volkswagen, che ha le proprie trattative collettive interne, il cui secondo round dovrebbe iniziare il 30 ottobre.