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World Bank quadruplicherà emissioni di “bond catastrofe”

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La Banca Mondiale ha annunciato un nuovo target legato ai cosiddetti bond catastrofe, obbligazioni che hanno lo scopo di finanziare la ricostruzione e gli interventi di emergenza legati alle catastrofi di vario genere. Attualmente ci sono in circolazione $1,02 miliardi di questi bond emessi dalla World Bank, la cui ultima emissione è stata di circa 350 milioni di dollari per aiutare il Cile a uscire da un’emergenza legata a un forte terremoto. Ma i fondi raccolti non bastano a soddisfare tutti, per cui si prepara un piano per quadruplicare le emissioni: secondo gli obiettivi aggiornati, entro 5 anni ci saranno più di 5 miliardi di dollari di “bond catastrofe” in circolazione.

L’aumento delle emissioni si deve soprattutto all’aumento delle catastrofi di natura ambientale: alluvioni, siccità, incendi e trombe d’aria che colpiscono in modo sempre più frequente e imprevedibile. Questo si riflette anche sul mondo della finanza: i derivati sul clima, ad esempio, hanno visto un’impennata di volume di scambi nel corso degli ultimi anni. Quella della banca mondiale sembra una scelta quasi obbligata per riuscire a far fronte a tutte le calamità che avvengono nel mondo di oggi. Inoltre questi strumenti possono essere anche utilizzati per trasferire il rischio di un avvenimento catastrofico prima che avvenga, e non soltanto dopo che si è manifestato.

Bennet intende ampliare coperture e misure di prevenzione

Michael Bennett, vertice della divisione di finanza strutturata della Banca Mondiale, ha definito questo nuovo obiettivo “ambizioso ma raggiungibile”. L’obiettivo della World Bank sarebbe quello di ampliare sia i casi in cui un paese può emettere i cat bonds, sia aumentare l’utilizzo di questi strumenti come misura di prevenzione anziché di intervento post-evento. In questo modo si riduce la dipendenza dei paesi colpiti dalle calamità dai classici aiuti finanziari che arrivano in sostegno delle popolazioni colpite, fornendo un capitale maggiore per reagire e al tempo stesso rendendolo immediatamente disponibile nel momento in cui una calamità naturale dovesse manifestarsi.

La Banca Mondiale dice di essere già al lavoro su due nuove emissioni rilevanti, e che presto ci sarà un allargamento delle condizioni per poter accedere a questo tipo di finanziamenti. Per esempio, Bennett ha fatto riferimento ai casi di siccità e inondazione che attualmente sono poco coperti da questo tipo di obbligazioni. Il piano è pluriennale ma si comincerà subito ad allargare la base di emissioni. Da notare che i mercati si stanno dimostrando molto interessati a questo tipo di strumenti finanziari: malgrado il rally dei tassi dei Treasuries statunitensi, i cat bonds sono stati una delle asset class che hanno performato meglio in assoluto durante il 2023.

Uno strumento utile per investitori e governi

I catastrophe bonds non sono emessi soltanto dalla Banca Mondiale, ma questa è certamente l’attore più importante sul mercato. Con questi strumenti si cerca di sostenere un paese a rischio, ma altrettanto di fornire un buon prodotto d’investimento a chi acquista l’obbligazione. Solitamente ci sono dei parametri numerici (es. magnitudo di un terremoto, livello di innalzamento dell’acqua) che fanno scattare le clausole legate al versamento del capitale e al pagamento degli interessi. Un governo interessato a proteggersi da un terremoto, ad esempio, può emettere catastrophe bonds; se l’evento non dovesse verificarsi pagherà degli interessi sul capitale che ha preso in prestito, altrimenti potrà utilizzare quel capitale per rimediare a quanto è avvenuto.

Nel caso in cui un disastro ambientale sia già avvenuto, allora si possono emettere obbligazioni-catastrofe con l’obiettivo di aiutare la nazione a finanziare l’intervento. Una delle cose che rende attraenti questi strumenti per gli investitori è il fatto di essere altamente decorrelati all’andamento dell’economia e dei mercati finanziari, offrendo un’opportunità interessante di diversificazione. Il ruolo della Banca Mondiale è quello di fare da garante per le emissioni da parte di nazioni più piccole ed emergenti, che da sole non avrebbero la credibilità finanziaria per emettere questi strumenti.

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