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La carenza di zucchero blocca la produzione di Coca Cola e PepsiCo in Cisgiordania

Coca Cola e PepsiCo lamentano carenza di zucchero e lattine in Cisgiordania a causa di un blocco nella catena di approvvigionamenti.

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In Cisgiordania c’è carenza di zucchero e di lattine, che sono rimasti bloccati presso un valico di frontiera in Giordania. A lamentarsi della carenze sono gli imbottigliatori di PepsiCo e Coca Cola, che hanno due stabilimenti di bibite nei territori palestinesi occupati.

La catena di approvvigionamento in Medio Oriente si è fatta sempre più complicata a seguito dell’esplosione del conflitto. Soprattutto a seguito della chiusura di un importante valico commerciale sul ponte di Allenby, che è in gran parte chiuso da inizio settembre. A determinare lo stop è stato un uomo armato giordano che ha sparato ed ucciso tre civili israeliani. E adesso inizia a sentirsi la carenza di zucchero.

Ma entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire cosa stia accadendo.

Manca lo zucchero per PepsiCo e Coca Cola

Hatim Omari – direttore di uno stabilimento che imbottiglia Pepsi, 7UP e Mirinda per la vendita nei territori palestinesi e nei paesi limitrofi – spiega che le bottiglie e lo zucchero venivano sempre trasportati dalla Giordania fino alla Cisgiordania attraverso il ponte che è stato chiuso. Da questo valico i rifornimenti erano sempre puntuali. La PerpsiCo ha uno stabilimento a Jericho, che in questo momento ha esaurito i materiali per le sue bevande analcoliche in lattina. Al momento non è in grado di ricevere delle nuove spedizioni di zucchero o lattine. Lo zucchero proveniva dall’Arabia Saudita.

Nella stessa situazione spiega di trovarsi Imad Hindi – direttore generale della National Beverage Company, un imbottigliatore di Coca Cola con sede a Ramallah – che oltre a lamentare la mancanza di zucchero e lattine, afferma di essere a corto di alcuni gusti di bibite analcoliche.

In un messaggio su WhatsApp, Hindi ha spiegato che se la situazione dovesse continuare in questo modo, la maggior parte degli operatori del settore privato arriveranno ben presto ad un punto morto, nel quale non saranno più in grado di lavorare.

Sia la Coca Cola che PepsiCo non hanno rilasciato dei commenti. Ad ogni modo è importante sottolineare che i due imbottigliatori fanno capo ad aziende separate, ma spesso e volentieri le società statunitensi si appoggiano su imprese locali delle quali detengono delle quote azionarie.

I problemi di approvvigionamento in Medio Oriente

La mancanza di zucchero e di bottiglie è solo uno degli ultimi problemi che hanno determinato le interruzioni della catena di fornitura a causa del conflitto in Medio Oriente. Gli attacchi degli Houthi alle navi cargo nel Mar Rosso hanno spinto alcune aziende di consumo globali a dirottare le loro merci dall’Asia per navigare intorno all’Africa.

Paul Musgrave, professore associato di governo alla Georgetown University in Qatar, ha spiegato che da Beirut all’Iran a Gaza, è davvero difficile gestire un’attività normale e nessuno ne è immune. Per lavorare le aziende hanno bisogno di zucchero, di lattine, di persone e di elettricità: tutto questo sta subendo un interruzione.

Secondo Hindi, direttore dell’imbottigliatore di Coca Cola in Cisgiordania, i costi per fare affari nei territori palestinesi sono circa cinque volte superiori rispetto ai paesi limitrofi.

Presso il franchising di imbottigliamento PepsiCo, che in precedenza produceva 60 milioni di litri di bevande all’anno, la produzione è scesa di circa il 35%. Senza lattine, continua a usare bottiglie di plastica, ma ha detto che i margini sulle bevande in bottiglia di plastica sono più bassi.

L’elevata disoccupazione nella densamente popolata Cisgiordania, dove la PepsiCo è la cola dominante compromette la possibilità delle famiglie locali di acquistare le bevande. Ora lo stabilimento lavora un turno al giorno per i suoi 200 dipendenti, anziché tre in precedenza, ha aggiunto Omari.

Oltre alla carenza di forniture, i boicottaggi dei marchi statunitensi come la Coca Cola e Pepsi hanno danneggiato le vendite delle aziende nei paesi a maggioranza musulmana, dove alcuni consumatori evitano le bevande analcoliche.

Ramon Laguarta, CEO di PepsiCo, nei giorni scorsi ha spiegato, in una call con gli investitori, che le tensioni geopolitiche hanno influenzato l’attività dell’azienda in Medio Oriente. Secondo Laguarta non cambierà nei prossimi mesi.

Il 23 ottobre la Coca Cola pubblicherà i suoi risultati finanziari per il terzo trimestre del 2024.

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