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20 dei più grandi imprenditori americani si riuniscono con Xi Jinping: la Cina vuole più investimenti

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Il Presidente cinese Xi Jinping, nella mattinata di mercoledì (ora locale), ha tenuto una tavola rotonda a porte chiuse con venti dei più importanti CEOs e imprenditori americani. L’obiettivo di questo incontro sarebbe quello di convincere i business leaders statunitensi a investire di più in Cina, dopo che nel 2023 i movimenti di capitali si sono ridotti drasticamente. Nei primi due mesi del 2024, gli investimenti esteri in Cina si sono ridotti quasi del 20% malgrado un boom degli investimenti da parte di imprese europee e australiane. Il trend è chiaro: sono le imprese americane a star abbandonando la Cina, ma Xi Jinping non è disposto ad accettarlo senza incontrare i loro rappresentanti. Anche se il meeting non è stato registrato, alcuni interessanti dettagli sono comunque trapelati alla stampa.

Pechino starebbe pensando a un grande piano per contrastare tutti i punti di frizione che stanno portando le imprese americane a ridurre la loro impronta in Cina. Si guarda a elementi come la protezione dei brevetti e della proprietà intellettuale, la libera concorrenza e la cementificazione di un rapporto tra governo e imprese in cui queste ultime si sentono libere di poter operare senza alcuna ingerenza indesiderata. Il rafforzamento delle leggi sulla “sicurezza nazionale” è stato un trend molto importante in questi ultimi anni, con gli Stati Uniti e la Cina che hanno più volte usato questa etichetta per passare leggi che difendono le loro imprese sul mercato nazionale a discapito di quelle dell’altro paese. La recente mozione per bannare TikTok negli USA o forzarne la vendita ne è un chiaro esempio.

La Cina vuole continuare ad attirare investimenti dagli USA

Né picco né collasso, dice Xi Jinping

Secondo quanto riportato dalla TV ufficiale cinese, Xi Jinping avrebbe aperto il meeting evidenziando come la strada per lo sviluppo economico cinese sia stata piena di ostacoli. Al tempo stesso ha anche evidenziato che questi ostacoli sono spesso stati accompagnati da teorie esagerate sulla situazione economica: prima si è parlato di “collasso” nel caso della bolla speculativa immobiliare, poi di “picco” in occasione del rallentamento del tasso di crescita in questi ultimi anni. Ma il leader cinese non ci sta, garantendo di fronte al pool di importanti uomini d’affari americani il fatto che la Cina non sia arrivata né a un momento di picco né a un momento di collasso.

Tra gli influenti uomini d’affari che hanno partecipato al meeting c’erano Stephen Schwarzman, co-fondatore e CEO di Blackstone, il CEO di Qualcomm Cristiano Ammon e il CEO di FedEx, Raj Subramaniam. L’evento si è tenuto nella Grande Sala del Popolo, un posto speciale all’interno dei palazzi del governo cinese che viene utilizzato soltanto per le grandi occasioni. Hanno partecipato anche il Ministro del Commercio Wang Wentao e il capo della delegazione diplomatica negli Stati Uniti, Wang Yi. Le alte cariche istituzionali presenti e la scelta della location indicano che per il governo cinese si è trattato di un evento di rilevanza estremamente alta.

Il tasso di crescita cinese è calato significativamente negli ultimi anni. Fonte dati: World Bank

Un diverso modello di crescita

Xi Jinping avrebbe sottolineato, di fronte ai presenti, che ora la crescita cinese passerà soprattutto attraverso il mercato interno. La Cina ha raggiunto un livello di sviluppo tale da poter abbandonare la sua posizione come centro di produzione manifatturiera a basso costo per le esportazioni; con un mercato interno da 1,4 miliardi di cittadini, ora la sfida è fare in modo che sempre più persone arrivino al livello di benessere economico necessario per poter partecipare attivamente all’economia anche come consumatori e non soltanto come lavoratori. Invece il settore manifatturiero si concentrerà di più su segmenti che non hanno a che fare con la produzione a basso costo, ma con la produzione hi-tech e l’automazione. Considerando l’atteggiamento sempre più protezionista degli Stati Uniti, ormai è diventato evidente che puntare solo sull’export sia troppo rischioso.

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