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Allarme UE: rete elettrica grosso freno per obiettivi green
La rete di distribuzione dell’energia in Europa è vecchia e insufficiente: questo è l’allarme dell’Unione Europea, che mette in guardia sulla possibilità di non raggiungere gli obiettivi ecologici per via di questo importante limite. Spesso, quando si parla di transizione ecologica, si parla di energia rinnovabile, idrogeno verde e veicoli elettrici. Tutte cose importanti, ma che richiedono alla base un grosso investimento in infrastrutture per la distribuzione della corrente elettrica. Il rischio, altrimenti, è di trovare nella rete il più grande limite al raggiungimento degli obiettivi climatici imposti dall’Europa.
A suonare l’allarme è Eurelectric, ente europeo che rappresenta l’industria della produzione di energia elettrica a Bruxelles. Secondo i calcoli fatti dall’associazione, sarebbe necessario aumentare dell’84% gli investimenti annuali nell’infrastruttura di rete elettrica. E non soltanto per pochi anni, ma per ogni anno tra oggi e il 2050. Questo sarebbe l’anno in cui l’UE prevede di arrivare al net zero, la totale neutralità climatica. Una volta arrivati a questo obiettivo, Eurelectric ritiene che la situazione si stabilizzerebbe e che la rete elettrica sarebbe a quel punto in grado di restare solo mantenuta regolarmente.
Tra EVs e idrogeno verde, serve distribuzione
Il piano europeo per arrivare al net zero passa attraverso una serie di misure per abbassare i livelli di inquinamento atmosferico. Due grandi punti su cui l’UE sta investendo sono i veicoli elettrici e la transizione energetica, con l’idrogeno verde che gradualmente dovrebbe andare a sostituire il gas naturale. Il problema della situazione attuale è che tutto questo richiede essenzialmente di sostituire i combustibili fossili con energia elettrica, e questa energia elettrica va distribuita dalla centrale elettrica fino al consumatore finale. Soltanto per sostenere i milioni di nuovi veicoli elettrici che l’UE spera di vedere sulle proprie strade, sarà necessario installare centinaia di migliaia di stazioni di ricarica ad alto voltaggio e assicurarsi che la rete possa gestire tutta questa capacità.
Attualmente la Commissione Europea ha messo in previsione un budget di $584 miliardi all’anno fino al 2030 per il miglioramento della rete elettrica fino al 2030. La maggior parte di questo budget proviene direttamente dalle accise che vengono applicate sulla distribuzione di corrente. Per le nazioni in cui il mercato dell’energia è dominato da un’impresa nazionale, anche gli utili ottenuti dalla società nazionale possono essere reinvestiti per adattare la rete agli obiettivi europei. Per quanto il budget sembri già estremamente grande, però, Eurelectric ritiene che non sia sufficiente per sostenere l’incremento di domanda proveniente dagli EVs e dalla crescente elettrificazione dell’economia.
La Commissione Europea prepara la sua risposta
Kadri Simson, Commissaria Europea per l’Energia, ha immediatamente risposto ai dati di Eurelectric. Ha sottolineato che la Commissione sta già lavorando su una misura che prevede di inserire gli investimenti sulla rete elettrica in un nuovo elenco di investimenti che potranno essere approvati più rapidamente e godere dell’appoggio di fondi europei. Attualmente il 40% della rete elettrica europea è stata costruita oltre 40 anni fa, ed è basata su un sistema centralizzato in cui poche grandi centrali distribuiscono la corrente a tanti clienti al dettaglio. Nel sistema del futuro basato su piccoli produttori domestici di energia, grazie a fotovoltaico e pompe di calore, sarà importante ridisegnare la rete per adattarsi.
Eurelectric ha anche chiesto che l’Unione si concentri su investimenti che migliorino nell’immediato lo stato della rete elettrica, piuttosto che su investimenti in idrogeno verde che potrebbero iniziare a pagare solo dopo il 2030. La Commissione non ha commentato su questo punto nello specifico, ma sembra che Bruxelles abbia preso molto sul serio i commenti dell’associazione. Con la Francia che sta preparando grandi piani per l’idrogeno verde e la nuova rete di distribuzione tra Spagna e Scandinavia, non sembra che l’UE sia diretta verso un rallentamento dei piani per l’idrogeno verde. Rimane da vedere se questi riusciranno a essere debitamente affiancati a quelli per migliorare la rete di distribuzione elettrica.