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All’improvviso, il CEO di JP Morgan dice che una recessione negli USA “non si può escludere”

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JP Morgan ritiene che sia ancora possibile che si verifichi una recessione negli USA: a dirlo è direttamente il CEO del gruppo, Jamie Dimon, secondo il quale ci sarebbero ancora tutti i presupposti per qualunque situazione economica negli Stati Uniti. Per chi riteneva che questo ciclo economico si fosse concluso con un “soft landing“, cioè una fase in cui la Fed alza i tassi d’interesse senza causare una recessione ma riportando l’inflazione verso il target del 2%, potrebbe essere il momento di fare delle considerazioni diverse. Anche se tutti gli indicatori macroeconomici mostrano che l’economia americana rimane in ottimo stato di salute, Jamie Dimon fa notare alcune variabili che potrebbero mettersi di traverso nei prossimi mesi.

Jamie Dimon è stato molto critico nei confronti della politica economica del governo americano negli ultimi anni e parzialmente anche della Federal Reserve. In particolare, il vertice di JP Morgan ritiene che sul debito pubblico e sui sostegni all’economia il governo si sia spinto troppo in là, mentre accusa la Federal Reserve di non essere stata in grado di calcolare con precisione la traiettoria che l’inflazione avrebbe seguito in risposta agli aumenti dei tassi d’interesse. Tutto questo potrebbe portare a un nuovo aumento della pressione sui prezzi, nuovi aumenti dei tassi e problemi per la crescita statunitense.

Jamie Dimon ritiene che il rischio di una nuova corsa rialzista dell’inflazione sia sottovalutato dai mercati in questo momento

I problemi non sono risolti, dice Dimon

Jamie Dimon ha fatto le sue considerazioni di fronte al pubblico del JPMorgan Global China Summit di Shangai, evento molto seguito dai grandi analisti istituzionali. Secondo il CEO della più grande banca americana per asset in gestione, una recessione non è l’ipotesi più probabile ma altrettanto non è da scartare. Considerando che le minute dell’ultimo meeting della Fed mostrano chiaramente come la paura di uno scatto a rialzo dell’inflazione sia ancora molto presente, le parole di Dimon vanno a rincarare la dose in un momento particolarmente sensibile. Dimon ritiene anche possibile una stagflazione, cioè un appiattimento della crescita accompagnato da un aumento dell’inflazione.

Le ultime minute della Fed mostrano che la banca centrale statunitense potrebbe stupire gli investitori e optare per un aumento dei tassi d’interesse nel momento in cui metterà mano ai tassi la prossima volta. Dimon non ha voluto pronosticare come e quando avverrà il prossimo cambiamento nella politica monetaria, ma ha fatto intendere che a suo avviso i mercati stanno sovrastimando la probabilità di tagli ai tassi a settembre. In questo momento, la curva dei rendimenti dei Treasuries mostra una probabilità implicita del 50% di un taglio di 25 punti base alla fine dell’estate. Secondo il CEO di JP Morgan, nemmeno la Fed ha chiaro come sarà messa l’economia a settembre dal punto di vista dell’inflazione.

Dimon è CEO di JP Morgan dal 2006

Grande importanza ai consumatori

Jamie Dimon, nel suo discorso, ha rimarcato che la recessione non è l’ipotesi più probabile proprio per via della salute dei consumatori: le vendite al dettaglio continuano ad andare bene, la disoccupazione rimane al di sotto del 4% e i salari stanno aumentando insieme ai prezzi delle case. Il problema, a suo modo di vedere, è che la situazione sta cambiando: recentemente i dati sull’occupazione sono stati al di sotto delle attese, la fiducia dei consumatori è ai minimi da oltre 6 mesi a questa parte e soprattutto quella parte degli americani che si trova nel 50% di reddito più basso si trova in difficoltà di fronte agli aumenti dei prezzi. Dunque è possibile che una recessione cominci dal basso, con un aumento delle famiglie in difficoltà nel pagamento dei mutui e un calo delle vendite al dettaglio che finirebbe poi per ripercuotersi in modo strutturale sull’economia.

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