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Amsterdam, autostrada bloccata da protesta green contro ING

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Oggi i pendolari di Amsterdam si sono ritrovati di fronte a un evento inaspettato durante il loro rientro a casa: in segno di protesta contro ING, la banca più grande dei Paesi Bassi, oltre 300 attivisti climatici hanno bloccato la più grande arteria stradale della città. La A10 è rimasta completamente ferma al traffico per diverse ore, mentre la polizia organizzava il proprio intervento. Alla fine, le forze dell’ordine hanno ripristinato le condizioni di sicurezza mettendo in custodia gli attivisti. La questione può sembrare un piccolo fatto di cronaca, ma la grande attenzione dei risparmiatori olandesi per l’ambiente potrebbe mettere in seria difficoltà il più grande istituto di credito nazionale.

ING è tra le oltre 500 grandi multinazionali che hanno partecipato al COP 28, la conferenza climatica organizzata dalle Nazioni Unite e considerata l’evento più importante dell’anno in materia di ambiente e sostenibilità. Di ritorno dall’evento, coerentemente con gli interventi dei manager alla conferenza, ING ha pubblicato le sue nuove linee guida per promuovere la sostenibilità e ridurre le emissioni derivanti dal proprio portafoglio.

Alla base le nuove politiche di ING

ING ha stabilito, con le sue nuove politiche ambientali, di tagliare del 35% i finanziamenti complessivi all’industria dell’estrazione e della raffinazione di combustibili fossili entro il 2030. Questa mossa dovrebbe portare il gruppo a ridurre del 50% le emissioni derivanti dai propri investimenti. Il tema è caldo e se ne parla sempre di più: nel momento in cui le banche finanziano il mondo del gas e del petrolio, in che parte sono corresponsabili delle emissioni di CO2 che ne derivano? Questa è una domanda a cui non sembra esserci una risposta chiara per il momento. Molte banche utilizzano anche dei veicoli finanziari per mascherare i finanziamenti che emettono verso società coinvolte in attività ad alto impatto ambientale, come è emerso più volte nel corso di quest’anno.

Gli ambientalisti del gruppo Extinction Rebellion ritengono che le decisioni della banca non siano sufficienti a giustificare la posizione di responsabilità di ING Group nei confronti della transizione climatica. Molti grandi gruppi bancari di tutto il mondo, anche in paesi che storicamente hanno dato meno importanza alla sostenibilità, hanno già sottoscritto impegni più stringenti. Alla protesta era stato negato di avere luogo direttamente sull’autostrada A10, ma ai manifestanti era stato concesso l’uso di un campo adiacente. Alla prima occasione utile, i manifestanti hanno sorpassato il guard rail e hanno invaso la strada. La banca, per il momento, non ha commentato sugli eventi di oggi.

Una questione seria per ING?

Per il momento quella di oggi è soltanto una questione legata a un gruppo estremamente legato all’ambiente, ma ha portato sotto i riflettori una politica ambientale che fino a questo momento non era finita sotto gli occhi dell’opinione pubblica. La domanda è cosa succederà adesso, che una parte maggioritaria della popolazione olandese è venuta a conoscenza di una politica ambientale sotto le aspettative per una grande banca europea. Il CEO di ING, in ogni caso, difende la posizione del gruppo: per il momento ritiene che non ci sarebbe la possibilità, in primo luogo economica, di tagliare completamente i finanziamenti per il settore dei combustibili fossili. Molti clienti potrebbero decidere di abbandonare la loro banca in nome di un istituto più green: per i paesi nord europei non sarebbe la prima volta che una politica climatica porta a riconsiderare l’opinione su brand molto affermati.

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