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Argento ai massimi dal 2012: solo i dati USA rallentano la corsa
L’argento ha raggiunto livelli di prezzo che non si facevano registrare dal 2012, in parallelo con la corsa dell’oro, che per molti continua a essere uno dei segnali più chiari dell’incertezza che i mercati stanno scontando sul futuro dell’economia. Incertezza sulla quale ha avuto un impatto pressoché nulla il messaggio di speranza di Janet Yellen del Tesoro USA, che ha confermato di attendersi un soft landing negli Stati Uniti, stando almeno ai dati di cui tutti siamo in possesso per ora.
L’argento ha toccato nella sessione di oggi 32,71$ l’oncia, con un 36% da inizio anno, che segnala il ritorno dell’attenzione su un metallo snobbato per un lungo periodo dai mercati finanziari. A ostacolare il proseguimento della corsa ci sono stati i dati relativamente positivi che sono arrivati sia dal mercato del lavoro sia dal PIL degli Stati Uniti. Il tentativo di superamento dei nuovi massimi locali è comunque soltanto rimandato alla sessione di domani e alla prossima settimana, con il programma di stimoli avviato dalla Cina che potrebbe confermarsi – secondo una parte importante degli analisti – come di breve respiro in parallelo con i precedenti.
Un metro del rischio percepito dai mercati?
Dietro la corsa dell’oro e dell’argento c’è con ogni probabilità un duplice ordine di fattori: il primo è quello del rischio percepito dai mercati per una corsa del mercato azionario che appare sempre di più come iper-estesa, tenendo conto anche delle attuali condizioni economiche, anche queste caratterizzate da un’importante incertezza.
Il secondo dei fattori è un accumulo di metalli preziosi da parte di diverse banche centrali, con India e Cina (nonostante un rallentamento della seconda nel corso degli ultimi mesi) che hanno spinto al rialzo sul prezzo dell’oro.
L’argento è percepito ora come non mai come una sorta di oro in sedicesimo, più accessibile e soprattutto più in ritardo rispetto all’enorme corsa dell’oro, un sentiment che ha contribuito a far arrivare anche importanti investimenti da parte degli investitori retail.
Siamo ancora molto lontani dai massimi storici
Per quanto si tratti comunque di un importante ritorno su livelli di prezzo di certo interesse, siamo ancora molto lontani dai massimi storici dell’argento, in quota 50$ nel 2011. Da allora l’argento si è ridimensionato in modo significativo, nonostante ci siano stati anche tentativi in stile GameStop per tentare degli short squeeze. Dai minimi del 2018 il trend, che era apparso come positivo, si è invertito di nuovo durante il COVID, salvo poi riprendere a crescere, seguito da un’altra correzione nel 2022. Da lì in avanti praticamente solo in alto.
Questo andamento però estremamente altalenante, per quanto su periodi relativamente ampi, sembrerebbe inficiare la teoria di un argento riserva di valore di seconda fascia. Sarà come sempre il mercato a parlare e a dire l’ultima. Per ora la corsa non sembrerebbe avere motivi per rallentare, in particolare in vista di settimane di grande passione, tanto negli USA come altrove, sull’andamento dell’economia e sulla possibilità di ottenere un soft landing almeno dalle parti di Washington.