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Giappone: crollo dopo vittoria Shigeru Ishiba. Shanghai a +3,5%

Tokyo chiude il gap con i futures dopo l’elezione di Ishiba. Pechino ancora forte.

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Come ampiamente previsto dai futures, che sul Nikkei sono arrivati a cambiare anche a -8% nel weekend, salvo poi recuperare, la borsa di Tokyo apre la settimana con numeri pessimi: Nikkei 225 perde oltre il 5%, pagando a caro prezzo la vittoria di Shigeru Ishiba, che sostiene un ritorno ad uno yen più forte e ad una politica monetaria maggiormente ortodossa. Una vittoria arrivata relativamente a sorpresa e che ha colto i mercati in contropiede venerdì, dopo la chiusura della borsa giapponese. E che ha portato allo scarico di questo avvio di settimana. Lo yen intanto scende sotto i 141, minacciando di andare sotto i massimi di metà settembre e aprendo a scenari possibili di un ritorno sotto quota 140.

La situazione è invece radicalmente diversa sulle piazze cinesi: Hong Kong e Shanghai si godono ancora lo strascico degli importanti interventi del Partito e della Banca Popolare della Cina (la banca centrale di Pechino) a sostegno dell’economia, per una corsa però che dovrà arrestarsi in quanto le piazze cinesi rimarranno chiuse per tutto il resto della settimana per festività nazionali.

Il Giappone torna a far paura?

C’è una nuova discussione che riguarda la possibilità per il Giappone di impattare sul resto delle borse mondiali, ricordando quanto avvenuto durante il lunedì nero del 5 agosto 2024. Una situazione però che almeno per il momento sembrerebbe essere radicalmente diversa: se è vero che KOSPI, il principale indice della Corea del Sud, ha risentito del ribasso di Tokyo, facendo registrare un -1,8%, è altrettanto vero che lo stesso non è accaduto in Cina.

Rimane inoltre da valutare quanto rimarrà sulle più hawkish delle posizioni il futuro primo ministro del Giappone Shigeru Ishiba: i più cinici fanno infatti notare che tra quanto si afferma in campagna elettorale e quanto poi si ha la forza di sostenere nella realtà potrebbe esserci lo stesso mare che c’è tra il dire e il fare.

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