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Asia spinge rendimenti bond: effetto Trump anche su Treasuries
Il mercato dei bond, come gli altri che hanno già avviato le contrattazioni di inizio settimana, sembrerebbe essere anch’esso dominato dalle evoluzioni successive alla notizia della settimana, ovvero il tentativo di assassinio ai danni di Donald Trump che però non è andato a buon fine. Le prime contrattazioni sui mercati secondari delle piazze asiatiche segnalano rendimenti più alti sui bond decennali e un trasferimento, per quanto parziale, su detenzioni in dollaro cash.
È il trade che viene ormai da qualche tempo associato alla potenziale vittoria di Trump, che viene vista per ora dai mercati come potenziale e ulteriore spinta sia per la tenacità dell’inflazione, sia per il mantenimento di livelli di deficit elevato negli Stati Uniti.
Una situazione che dovrà poi essere confermata in giornata all’apertura delle borse USA, che saranno anche condizionate dal fatto che Jerome Powell parlerà a mercati aperti, quando in Italia saranno le 18:30. Una situazione che, mentre sul fronte politico si cerca di tornare alla normalità, genererà ancora qualche tensione sui mercati, a partire da quelli dei bond, che però non sono gli unici a essere scossi da questa particolare situazione.
Bond USA indeboliti dalla possibile… vittoria di Trump
La lettura degli eventi di questo fine settimana, con il candidato presidente Donald Trump che è uscito quasi illeso dall’attentato di sabato, è pressoché univoca da parte dei mercati. Rinforza la possibilità che Donald Trump vinca appunto le elezioni, materializzando uno sconto immediato sui mercati di diversi titoli. A soffrire di più sono i bond decennali, mentre il dollaro si rinforza anche a causa delle aspettative dell’introduzione di nuove barriere al commercio con la Cina e in generale per politiche economiche che dovrebbero essere più protezioniste di quelle attuali.
L’altro trade del momento, legato appunto alla possibile vittoria di Trump per come viene interpretata dai mercati, è l’estrema forza di Bitcoin, che non si vedeva da almeno 2 settimane su questi livelli e che difficilmente vediamo salire con questa forza mentre anche il dollaro USA conferma un buono stato di forma.
I mercati stanno dunque prezzando per ora una vittoria di Trump che rende meno convenienti sul mercato secondario i bond USA, per un cammino però che dovrà fare i conti anche con tante altre questioni di breve periodo, a partire dal fatto che oggi si esprimerà, di nuovo, Jerome Powell, che potrebbe fornire indicazioni ulteriori sulla possibilità di tagli già a settembre, per quanto discutendo in quel modo obliquo che ha dominato la sua presidenza di Federal Reserve, senza mai offrire dettagli o anticipazioni significativi.
Una settimana dominata dai dati, mentre i mercati cercheranno di tornare alla normalità
Sarà comunque un’altra settimana dominata dai dati. Tra quelli importanti è toccato al PIL della Repubblica Popolare Cinese aprire le danze, con un dato di molto sotto le aspettative che ha contribuito ad aumentare le tensioni sulle piazze asiatiche. Piazze asiatiche che hanno già impresso 5 punti base di rialzo ai rendimenti dei Treasuries e che hanno aperto, per questo genere di titoli, la settimana in modo piuttosto agitato.
Mal comune, direbbe però qualcuno, mezzo gaudio, perché a soffrire sono anche i bond tedeschi e anche quelli del Regno Unito e dell’Australia, segno che in generale, in apertura di una settimana piuttosto strana, è in realtà tutta la categoria dei bond statali a soffrire, per quanto ancora in modo contenuto. Serviranno ora segnali di inversione importanti, che non potranno che arrivare da dati interni ai mercati, per invertire questo micro-trend.