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Attacco iraniano su Israele: si attende la reazione dei mercati, specialmente azioni e materie prime

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La notte tra sabato e domenica è stata segnata da quello che purtroppo l’intelligence americana aveva già avvisato che sarebbe successo: un attacco iraniano contro Israele, in risposta all’attacco che l’aviazione israeliana ha condotto contro l’ambasciata dell’Iran in Siria all’inizio del mese. Il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, ha ordinato un attacco con oltre 200 droni partiti dal territorio iraniano e iracheno per dirigersi contro Israele. Il Presidente americano Joe Biden ha immediatamente interrotto la sua agenda politica per riunirsi con il comitato per la sicurezza nazionale alla Casa Bianca. Per oggi è invece prevista una riunione straordinaria del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La reazione della Casa Bianca e delle Nazioni Unite sono esplicative di quanto, a livello internazionale, sia aumentato il timore di un’escalation ancora più grave per la situazione in Medio Oriente. Fino a questo momento sembrava che il conflitto tra Israele e Hamas non si sarebbe allargato ai paesi limitrofi, ma l’eventualità di uno scontro diretto tra l’esercito israeliano e quello iraniano è estremamente preoccupante per i mercati. Infatti, mentre la diplomazia internazionale fa il suo compito per cercare di arginare una possibile espansione del conflitto, gli analisti e i trader si chiedono quali potrebbero essere le implicazioni sui mercati finanziari.

Si prevede un aumento importante della volatilità per lunedì

Attesa reazione per materie prime e azioni

Il mercato che ha reagito di più in questi mesi a tutte le notizie provenienti dal Medio Oriente è stato quello del petrolio, che proprio la settimana scorsa ha passato i 90$ al barile. Si teme che un allargamento del conflitto possa complicare, prima di tutto, l’export iraniano; si tratta comunque di una quantità limitata di greggio che arriva sui mercati internazionali, per cui non è la peggiore delle situazioni possibile. Invece si tee che Hezbollah possa iniziare, per ordine iraniano, a colpire i pozzi sauditi o che gli Houthis possano intensificare gli attacchi contro le navi petroliere che passano attraverso il mar Rosso. Inoltre Stati Uniti e Regno Unito hanno partecipato ad abbattere i droni iraniani, cosa che potrebbe portare anche a rappresagli nei confronti dei paesi occidentali.

Un altro mercato che potrebbe mostrare delle reazioni significative è quello azionario, che non giova delle situazioni di instabilità. L’impossibilità di portare facilmente le merci attraverso il mar Rosso porta al rischio di un aumento dell’inflazione, così come un calo dei commerci internazionali danneggerebbe i bilanci delle aziende. Molto dipenderà da quali saranno le conseguenze dopo l’attacco di oggi: quasi certamente lunedì i mercati apriranno sulla scia del nervosismo, ma è possibile che la situazione si plachi dopo gli attacchi della notte e che gli investitori recuperino la loro fiducia.

Le difese aeree israeliane hanno abbattuto facilmente i bersagli diretti verso zone abitate

Tutto dipenderà dalla risposta di Israele

L’attacco iraniano ha fatto danni lievi alle infrastrutture israeliane, senza nessuna vittima confermata fino a questo momento. Come sempre, la tecnologia delle difese aeree israeliane si è dimostrata all’altezza della sfida e ha abbattuto i bersagli che non erano già stati abbattuti dalle difese aeree americane, inglesi e giordane. Solo una piccola parte dei droni iraniani hanno fatto contatto con il terreno israeliano, in luoghi che non erano considerati pericolosi al punto da doverli abbattere.

Ora l’iniziativa passa a Israele: se il governo dovesse decidere di vendicare l’attacco a sua volta, l’escalation potrebbe diventare quasi impossibile da evitare. Se invece la risposta israeliana dovesse essere diplomatica, allora è possibile che l’attacco di stanotte rimanga l’apice della tensione tra i due paesi e non porti a una situazione più complicata nel corso dei prossimi giorni. Per quanto riguarda il lato iraniano, sembra che i vertici militari siano già soddisfatti dell’attacco condotto e non intendano portare il conflitto a peggiorare.

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