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Attività manifatturiera in Italia, a settembre la crisi si aggrava

In Italia l’attività manifatturiera è in calo. L’Istat, inoltre, ha scattato una fotografia aggiornata sull’andamento dell’import e dell’export nostrano.

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A settembre, per il sesto mese consecutivo l’attività manifatturiera italiana ha registrato una contrazione. Secondo quanto messo in evidenza da un sondaggio condotto da Reuters, il rallentamento si starebbe muovendo ad un ritmo più rapido rispetto a quello registrato nel corso del mese di agosto. Il contesto generale è preoccupante, contraddistinto da un calo della produzione e di nuovi ordini.

Ma vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.

Attività manifatturiera in calo

Non positivi i numeri in Italia dell’attività manifatturiera. L’indice globale dei responsabili degli acquisti Hcob è sceso a 48,3 dal 49,4 di agosto: si continua a rimanere sotto la soglia dei 50, che separa la crescita dalla contrazione. Il dato, inoltre, è inferiore alla previsione mediana scaturita da un sondaggio Reuters, che ha coinvolto nove analisti.

Jonas Feldhusen, economista della Hcob, ha messo in evidenza che la situazione nel settore manifatturiero italiano resta cupa. Mentre l’indice principale ha registrato un leggero miglioramento ad agosto, ora è sceso di nuovo a settembre, rimanendo saldamente in territorio recessivo.

Secondo Feldhusen la flessione globale dell’attività manifatturiera, peggiorata nel terzo trimestre, sta chiaramente avendo un impatto sui produttori italiani. A frenare la domanda sarebbero la concorrenza estera, gli alti tassi di interesse e i prezzi.

Il sottoindice della produzione manifatturiera è sceso a 47,4 da 49,1 del mese precedente, mentre l’indicatore dei nuovi ordini è sceso ancora più rapidamente, a 45,7 da 48,8.

L’Istat ad agosto ha affermato che la crescita economica dell’Italia nel 2023 è stata più debole di quanto stimato in precedenza, ma ha anche rivisto al ribasso il deficit di bilancio e il debito pubblico in percentuale sulla produzione.

L’Italia punta a una crescita economica dell’1% quest’anno e dell’1,2% nel 2025 e ha rivisto al ribasso i suoi obiettivi di deficit in percentuale del prodotto interno lordo (PIL) sia per quest’anno che per l’anno prossimo.

Attività manifatturiera e interscambio commerciale

Stando ai dati resi noti dall’Istat, ad agosto gli interscambi commerciali con i paesi extra Ue 27 sono stimati in aumento congiunturale per entrambi i flussi:

  • esportazioni: +0,8%;
  • importazioni: +0,3%.

L’export è aumentato su base mensile grazie alla maggiori vendite di beni al consumo durevoli, che sono cresciute del 12,7%, e non durevoli, che hanno portato a casa un +5,8%. In calo, invece, le esportazioni di:

  • energia: -9,0%;
  • beni strumentali: -2,8%;
  • beni intermedi: -2,5%.

Per quanto riguarda l’import, invece, con la sola esclusione dell’energia (-5,3%), sono stati rilevati degli aumenti diffusi di diversa intensità: quello più ampio ha coinvolto i beni intermedi: +4,7%.

Rispetto al trimestre precedente, quello compreso tra giugno ed agosto 2024 l’export è diminuito del 2,5%. In flessione le esportazioni di:

  • energia: -17,8%;
  • beni di consumo durevoli: -15,8%;
  • beni strumentali: -2,2%.

In modesto aumento le vendite di:

  • beni di consumo non durevoli: +0,3%;
  • beni intermedi: +0,1%.

L’export, nel corso del mese di agosto, si riduce su base annua del 7,4%, mentre a luglio era pari al 7,6%. Stando a quanto messo in evidenza dall’Istat, la flessione sarebbe stata determinata dalle minori vendite di energia (-38%) e di beni strumentali (-21,8%). Crescono, invece, le esportazioni:

  • beni di consumo durevoli: +24,9%;
  • beni non durevoli: +3,5%;
  • beni intermedi: +1,1%.

Flessione tendenziale del 6,5% anche per l’import, per effetto principalmente della contrazione degli acquisti di energia, per la quale si è registrato un -20,5%. Un contributo negativo importante deriva anche dai minori acquisti di beni di consumo non durevoli (-8,5%); crescono le importazioni di beni intermedi (+10,3%).

Ad agosto 2024 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +2.687 milioni (+3.081 milioni nello stesso mese del 2023).

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