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Banca Centrale Europea non toccherà i tassi? Parla anche Philip Lane, che invita a guardare in direzione…
Niente tagli a luglio per BCE? Sembrerebbe essere questo l’avviso non solo di Christine Lagarde, che aveva affermato di voler attendere altri segnali di un ritorno verso il 2% – almeno in termini di traiettoria. Anche quanto ha recentemente affermato Philip Lane sembrerebbe essere in questa direzione: Lane ha infatti ricordato come la pressione in termini di inflazione interna sia ancora piuttosto elevata e come in realtà la prossima riunione di BCE dovrà discutere più di questioni economiche che di meri dati sull’inflazione.
Non dovrebbero esserci sorprese dunque, con i mercati che intanto si prendono una pausa a metà, data la chiusura per il 4 luglio negli Stati Uniti. Oltreoceano, tra le altre cose, ci si era pronunciati in modo perfettamente allineato a Christine Lagarde, segno che in realtà le questioni da i due lati dell’oceano non sono poi così diverse. Questioni che dunque almeno sul breve e brevissimo periodo non potranno impattare granché sull’andamento della principale coppia del Forex, ovvero EUR/USD. Intanto l’Euro si gode una giornata di rialzi comunque importanti, con un +0,20% sulle ultime 24 ore, complici le minute dell’ultima riunione e dati dal mercato del lavoro USA che fanno tentennare i più hawkis.
Parla Philip Lane, che rispedisce al mittente la questione tagli ai tassi
Già governatore della Banca Centrale Irlandese, ora Philip R. Lane riveste il ruolo di Chief Economist presso BCE ed è dunque titolare di un parere non solo di peso, ma anche di un certo prestigio. In una sua recente apparizione in quel di Napoli, per una lectio magistralis, ha confermato quello che in realtà a Francoforte sembrerebbero pensare in molti. Non sarà il mero dato sull’inflazione a orientare le prossime scelte della Banca Centrale Europea in termini di tagli ai tassi. Difficile infatti che l’inflazione, complici anche certe pressioni interne, potrà guidare in questa direzione. Gli occhi dovranno essere puntati anche altrove, e in particolare verso le condizioni economiche dell’Unione.
E Lane indica anche la stella polare verso la quale si dovrà guardare per capire cosa succederà il prossimo anno, durante il quale ci si aspetta, almeno tra i più ottimisti, un ritorno più deciso in orbita 2%. A spingere l’inflazione giù sarà la chiusura del 2024 come ultimo anno di forte crescita dei salari, con un mercato del lavoro che tornerà ad una sorta di normalità anche in Europa.
Anche negli USA un passo verso la normalità?
I dati, almeno quelli preliminari, che arrivano dagli USA sembrerebbero segnalare un certo indebolimento per quanto riguarda il mercato del lavoro, una condizione generale ora di maggiore equilibrio che Jerome Powell ha salutato con un certo ottimismo. Il raffreddamento del mercato del lavoro è da sempre uno dei pallini del capo di Federal Reserve in termini di strumenti per tornare appunto verso una sorta di normalità anche in termini di inflazione.
Il grande interrogativo rimane ora il pivot di Federal Reserve, che quando maturerà avrà come effetto ovvio sul mercato del Forex quello di un indebolimento importante del dollaro, a patto che questo ovviamente arrivi prima di tagli ulteriori da parte della Banca Centrale Europea.
Almeno per luglio e agosto si dovrebbero però dormire sonni tranquilli: non ci sono né i dati né la volontà di toccare tassi che per ora, per quanto lentamente, sembrerebbero svolgere il ruolo per cui sono state concepite certe politiche monetarie restrittive, ovvero appunto di contenere l’inflazione e di accompagnarla verso il target del 2%. Un target che per il 2024 rimarrà però soltanto un miraggio, comandando così ulteriore prudenza a banche centrali che non hanno alcuna intenzione di sbilanciarsi.