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Banche USA: nuove regole e rischio di downgrade da Fitch

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Guardando l’andamento degli indici di Borsa nella giornata di martedì, appare chiaro come tutti quelli legati alle banche siano profondamente in rosso. Il motivo è duplice: da una parte, i regolatori statunitensi stanno pensando di aumentare le regolamentazioni per evitare altri casi come quello di Silicon Valley Bank e di First Republic. Queste regolamentazioni, che renderebbero il settore bancario più stabile, sarebbero al tempo stesso una limitazione per la redditività del comparto.

La seconda motivazione è legata a Fitch, che di recente ha declassato il rating creditizio degli Stati Uniti e che presto potrebbe procedere con il declassamento di decine di singole banche americane. Tra queste addirittura JP Morgan, che attualmente vanta un rating tripla-A al pari di Bank of America e Bank of New York Mellon. Il problema è che Fitch non vede problemi legati a una singola banca, ma al settore nel suo complesso: per questo un downgrade di una singola istituzione di credito porterebbe molto probabilmente al downgrade a cascata di tutte le banche che Fitch monitora. Una scelta di questo genere potrebbe forti ripercussioni sulle azioni delle banche e forse anche sulla stabilità degli istituti di credito più piccoli.

Le banche americane potrebbero presto conoscere un declassamento storico da parte di Fitch, che teme un deterioramento delle condizioni dell’ambiente operativo

In arrivo nuove misure di controllo

Martin Gruenberg, presidente della Federal Deposit Insurance Corporation, ha annunciato una proposta regolamentare che cambierà il modo in cui le grandi banche regionali preparano i living will. Si tratta di piani dettagliati, obbligatori per legge, su come queste banche cesserebbero la loro attività in caso di fallimento. Questa mossa arriva dopo il crollo di diversi istituti nel mese di marzo, il più famoso dei quali è stato quello di Silicon Valley Bank.

Gruenberg ha inoltre sottolineato l’intenzione di rendere questa pianificazione notevolmente più efficace, cercando di avere sotto mano piani più dettagliati in caso di fallimento bancario. L’idea è di avere una strategia che non si basi su una vendita “durante il weekend”. Si è anche riferito alla necessità, in caso di fallimento di alcune banche, di disporre di informazioni dettagliate su come potrebbero predisporre una data room per potenziali acquirenti. In questo modo, nel caso di un fallimento, gli acquirenti interessati a comprare gli attivi della banca in fallimento potrebbero subito avere accesso ai dati necessari per formulare una proposta d’acquisto.

Una novità importante è che la proposta richiederebbe misure aggiuntive di trasparenza da parte delle banche con attività superiori a 50 miliardi di dollari, quelle che potrebbero causare più problemi in caso di fallimento. Meno di tre settimane fa, i regolatori americani avevano annunciato un piano per aumentare i requisiti di liquidità da parte delle banche con patrimoni superiori a $100 miliardi: nel complesso, sembra che gli Stati Uniti vogliano rafforzare la tenuta del comparto bancario a tutti i costi in un momento percepito come difficile sul fronte macroeconomico.

Il grafico mostra l’andamento dei depositi presso tutte le banche americane: si nota chiaramente la discesa da inizio 2022, con l’ambiente di tassi di interesse in rialzo

Fitch minaccia il declassamento di decine di banche

Un analista di Fitch Ratings ha lanciato un avvertimento: banche statunitensi di spicco, tra cui JPMorgan Chase, potrebbero subire un declassamento se l’agenzia dovesse tagliare ulteriormente la sua valutazione dell’ambiente operativo dell’industria. Già a giugno, Fitch aveva abbassato il punteggio dell'”ambiente operativo” del settore bancario statunitense da AA a AA-, citando pressioni sul rating creditizio del paese e incertezze sulle future variazioni dei tassi di interesse.

Se Fitch procedesse con un ulteriore declassamento, sarebbe costretta a rivalutare i rating di ognuna delle oltre 70 banche americane da essa monitorate. Questa notizia arriva poco tempo dopo che Moody’s ha declassato 10 banche statunitensi di medie dimensioni, lanciando ulteriori avvertimenti sul potenziale taglio di altre valutazioni.

Di fronte a queste notizie, le azioni delle banche statunitensi hanno registrato una performance negativa a prescindere dalla dimensione e dal tipo di istituto di credito. La componente bancaria dell’indice S&P 500 ha perso il 2,5%, con JPMorgan Chase che ha registrato un calo di quasi il 4% nella giornata di martedì. Altre banche leader come Bank of America, Wells Fargo, Goldman Sachs Group, Citigroup e Morgan Stanley hanno subito cali compresi tra l’1,7% e il 2,1%. Jack Janasiewicz, gestore di portafoglio e stratega principale presso Natixis Investment Managers, ha commentato che si tratta di un riflesso del sentiment generale del mercato nei confronti delle banche in questo momento.

Tra le banche di medie dimensioni, Western Alliance Bancorp e PacWest Bancorp hanno registrato un calo superiore al 3%. Questo calo segue la rivelazione che Scion Asset Management aveva venduto le sue partecipazioni in entrambe le banche. Altri istituti, come Comerica e KeyCorp, hanno registrato cali superiori al 4%.

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