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Bank of England incerta sui tassi, tra crescita debole e inflazione finalmente in calo

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L’economia inglese arriva da un post-pandemia molto travagliato, in cui diversi problemi si sono manifestati allo stesso tempo. Da una parte il Regno Unito continua a registrare una crescita economica molto debole, esattamente come l’Unione Europea; dall’altra parte l’area Euro è riuscita ad abbassare il tasso d’inflazione in modo graduale e prevedibile, mentre le previsioni della Bank of England si sono rivelate sbagliate in molte occasioni. Ora sembra arrivato un momento decisivo per la politica monetaria: la Banca Centrale Europea è pronta a tagliare i tassi a giugno per aiutare la crescita economica, mentre la Federal Reserve quasi certamente li lascerà invariati almeno fino a settembre. In mezzo a queste due banche centrali molto sicure delle proprie delle decisioni c’è la BoE, che non ha ancora deciso in che direzione andare.

Le cose sono migliorate molto negli ultimi tre mesi, con il tasso d’inflazione che ha iniziato a scendere in maniera molto veloce. Contrariamente alle attese degli analisti questa discesa è stata accompagnata da una ripresa dell’attività economica, con l’indice PMI dei servizi che segna dei valori di espansione da ormai diversi mesi a questa parte. Il comparto manifatturiero continua a essere in difficoltà, ma vista la ripartizione del PIL inglese, il buon andamento del mercato dei servizi sta più che compensando le difficoltà del settore industriale. Ora la Bank of England è giunta a un bivio: tagliare i tassi per aiutare l’economia a uscire da un periodo stagnante, oppure mantenerli alti per scongiurare una seconda impennata dell’inflazione.

Un mese fa, i mercati erano quasi certi che la BoE avrebbe tagliato i tassi in contemporanea con la Banca Centrale Europea

La Bank of England dà segnali di attesa

Huw Pill, capo economista della BoE, in un’intervista di mercoledì ha ribadito che la banca centrale si attende un ritorno dell’inflazione al di sotto del target del 2% entro i prossimi mesi. Questo significa che i tassi elevati, attualmente stabili al 5,25%, hanno avuto l’effetto sperato sulla limitazione dei rincari. Al tempo stesso non sembra proprio che la banca centrale inglese sia convinta di voler tagliare i tassi: per ammissione stessa di Pill, al momento non è la priorità. Anche se l’economia dovesse soffrire ancora, la cosa più importante per la banca centrale inglese è scongiurare completamente un ritorno del tasso d’inflazione sui livelli dello scorso anno.

Appena pochi giorni fa, il FTSE 100 aveva toccato un nuovo record a 8.076 punti sulla base delle attese di un taglio ai tassi della Bank of England; i commenti di Pill hanno immediatamente rimandato l’indice a quota 8.044 punti, ora che non è più sicuro che se davvero i tagli della BoE cominceranno prima di quelli della Federal Reserve. Quasi in contemporanea con le dichiarazioni di Huw Pill ci sono state quelle di Jonathan Haskel, un altro dei membri del comitato di politica monetaria della banca centrale inglese. Nei suoi commenti, Haskel ha sottolineato come i segnali di ripresa dell’economia del Regno Unito siano un fattore che può rimandare nel tempo i tagli ai tassi d’interesse.

Il grafico mostra l’andamento dei tassi della Bank of England

I mercati scommettono su agosto

Attualmente la curva dei tassi di rendimento dei Gilts, i bond inglesi, mostra che i mercati scontano una probabilità vicina al 100% di un taglio di 25 punti base ai tassi d’interesse ad agosto. Inoltre scontano tagli per 58 punti base entro la fine dell’anno, anche se bisogna ammettere che dopo le dichiarazioni del board di politica monetaria questa potrebbe essere un’idea un po’troppo ottimista. Fino a questo momento non sembra che ci siano le basi per poter parlare di una forte decisione da parte della BoE, specialmente considerando che le decisioni saranno prese soprattutto osservando l’andamento dell’economia nel corso dei prossimi mesi. Ogni segnale di crescita, tanto dell’economia quanto dell’inflazione, potrebbe rimandare la data del primo taglio.

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