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Bank of Japan è intervenuta, nonostante manchino conferme. I numeri parlano chiaro. E ora?

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Non ne avremo probabilmente mai la certezza, dato che le bocche da BoJ rimangono più che cucite, ma l’analisi di certi dati sembrerebbe confermare i fondati sospetti dei mercati. Bank of Japan è intervenuta almeno due volte a tutela del valore dello Yen contro il Dollaro Statunitense nel corso della settimana. Interventi che hanno contribuito a abbassare in modo sostanziale il cambio USD/JPY. Interventi che però avranno effetti a catena importanti sugli investimenti in diverse realtà emergenti, seguendo quel vecchio adagio dove un battito di farfalla…

La situazione sui mercati forex però, nonostante sia arrivato con ogni probabilità l’intervento di Bank of Japan che tutti aspettavano, rimane più che tesa. Jerome Powell ha provato a allentare un po’ la tensione, per quanto abbia ribadito che non è nel mandato di Federal Reserve garantire stabilità nei cambi e nonostante abbia ribadito come la maggiore libertà di Fed sia frutto del buon andamento dell’economia USA, almeno in comparazione con le altre. Subbuglio che potrebbe riprendere in qualunque momento, per quanto di dati importanti per questa settimana sul fronte macro ne siano rimasti per ora… pochi.

I dati rivelano possibile intervento di BoJ

Yen: i dati parlando di intervento quasi certo, anche se mancano ancora le conferme

Bank of Japan non ha alcuna intenzione di fornire spiegazioni su quanto avvenuto in due circostanze al cambio USD/JPY, che è calato in modo brusco nel corso della settimana che oggi si appresta alla chiusura. Tuttavia, ci sono dei numeri che sono stati raccolti da Bloomberg e da diversi analisti che sembrerebbero confermare, senza ombra di dubbio, la presenza degli interventi.

I dati interessanti sono due, ovvero quelli relativi al pool dei foreign repo, che avrebbe perso circa 8 miliardi di dollari. E al tempo stesso quelli degli account di Bank of Japan. Nel complesso si tratterebbe di interventi corposi e superiori ai 60 miliardi di dollari, cifra che si è dimostrata sul breve sufficiente per causare un brusco calo del valore del dollaro nei confronti dello yen.

Tuttavia permangono preoccupazioni su quanto a lungo questo effetto riuscirà a permanere sui mercati. I fondamentali rimangono infatti quasi invariati: nonostante Jerome Powell abbia escluso l’ipotesi – per ora e con questi dati – di ulteriori rialzi ai tassi negli USA, il differenziale tra Washington e Tokyo rimarrà piuttosto elevato. E la cosa potrebbe avere delle conseguenze che vanno ben oltre i confini geografici dei due paesi in questione. Le conseguenze infatti potrebbero presto prodursi riguardo un trade che è tra i più utilizzati – e abusati – dai trader di tutto il mondo.

Ore decisive per lo yen?

Le conseguenze per i mercati emergenti

Oltre alla questione dollaro forte, i mercati emergenti potrebbero presto dover far fronte ad un altro… problema. Gli interventi di Bank ofJapan rendono sempre meno conveniente i carry trades che in molti utilizzavano prendendo a prestito yen da poi investire in economie emergenti a più alto tasso di sviluppo. L’aumento del rischio per questo tipo di operazioni metterà a repentaglio una delle principali fonti di finanziamento e di investimento per queste realtà.

È ancora troppo presto per trarre delle conclusioni definitive, ma è una delle opzioni sul tavolo che in diversi tra gli analisti stanno osservando, con evoluzioni potenzialmente importanti sull’andamento dei mercati finanziari.

Per il resto, ci sarà da valutare se ci sarà davvero spazio per una tenuta sul medio e lungo periodo delle azioni di Bank of Japan. I mercati, come abbiamo già riportato ieri su queste pagine, sembrano essere fondamentalmente scettici. E saranno essi stessi a decidere le prossime mosse di USD/JPY, ormai da settimana una delle coppie maggiormente osservate dai principali operatori di mercato. Ed è da qui che passeranno il grosso delle questioni che riguardano il mercato forex.

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