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Bayer: altri guai da Roundup | Corte rigetta appello, titolo a picco
Continua a complicarsi la situazione di Bayer, gigante tedesco del settore pharma che dopo l’acquisizione di Monsanto è stato letteralmente travolto da un enorme numero di cause legali riguardanti l’erbicida Roundup. L’azienda tedesca ha perso ieri un ulteriore appello in uno dei casi che riguardano il prodotto a base di glifosato e che in diverse giurisdizioni è al centro di battaglie legali portate avanti da utilizzatori del prodotto che lamentano gravi problemi di salute.
La Corte d’Appello dell’Undicesimo Circuito ha rigettato l’argomento principale dell’appello di Bayer, che sosteneva che l’avvertenza sui potenziali effetti cancerogeni del prodotto richiesti in ambito statale si è potuta evitare a causa delle prevalenti leggi di natura federale. I mercati hanno risposto con un ulteriore calo per Bayer, con il titolo che in circa 1 anno ha perso la metà della sua capitalizzazione di mercato. Si complica, dopo questa decisione, una situazione che era già parecchio complicata e per la quale il gruppo aveva già accantonato somme importanti che però, a questo punto, potrebbero non bastare.
Continua la maledizione di Monsanto
Peggiore, almeno per Bayer, della letteraria e fantasiosa maledizione di Tutankhamon. Il gruppo, che solo un paio di settimane fa è stato condannato ad un risarcimento miliardario, in una causa non collegata – ma comunque inerente a Roundup – si è vista rigettare ieri l’Appello che si basava su un’interpretazione di leggi federali in contrasto con quelle statali, con queste ultime che erano state la base per la condanna a corposi risarcimenti da parte di Bayer. Una situazione che legalmente appare compromessa e che avrà un impatto importante su un gruppo già relativamente in crisi di liquidità e che sta vagliando diverse strade – tra le quali il quasi impossibile scorporo della divisione farmaceutica – per raccogliere i capitali necessari ad affrontare questa nuova, complicata fase.
Per gli amanti delle cronache giudiziarie: Bayer ha all’attivo un altro appello, presso il Terzo Circuito, che però si basa in larga parte sullo stesso ragionamento che ha visto la società tedesca soccombere nell’Undicesimo Circuito. In altre parole, sarà estremamente difficile aspettarsi un esito diverso da quello che si è fatto registrare ieri.
Anche qui si partirà dal fatto che EPA, la Environmental Protection Agency non ha ritenuto il glifosato agente cancerogeno permettendone dunque la vendita senza alcun tipo di avviso per gli utilizzatori. Una situazione anche questa però legalmente complessa, tenendo conto delle importanti sconfitte fatte registrare dal gruppo in casi molto simili.
Secondo uno degli avvocati che ha seguito da vicino e direttamente molti dei casi legati all’utilizzo di Roundup, tale difesa da parte di Bayer sarà insostenibile e produrrà i medesimi effetti, anche giudiziari, prodotti fino a oggi.
Un gruppo in crisi?
Il titolo di Bayer ha perso negli ultimi 12 mesi oltre il 50% della sua capitalizzazione in borsa e circa il 70% dal 2020 a oggi. Un trend negativo che è stato in buona parte causato dall’acquisizione di Monsanto e dal carico di problemi legali che questa ha portato in dote al gruppo Bayer. Ci sono poi problemi di carattere maggiormente finanziario operativo: le ultime trimestrali disponibili raccontano di un gruppo con un calo di fatturato anno su anno importante, con perdite per quasi 5 miliardi di euro e che ha bisogno di liberare capitali per ristrutturarsi.
Una serie di patate bollenti che non fanno sperare bene sul futuro del gruppo, nonostante l’arrivo di Bill Anderson in qualità di CEO, che ha promesso sferzate e ristrutturazioni che però saranno difficili da implementare.
Questo in apertura di un anno, il 2024, che sarà scandito più dai procedimenti legali che dalle attività proprie dell’azienda, passate ormai irremediabilmente in secondo piano.