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BCE: cresce pressione per tagli in area euro già a aprile. Arriva la sorpresa per l’euro? Occhio all’11 aprile
Cresce il fronte che vorrebbe tagli ai tassi di interesse in Europa già nel prossimo appuntamento fissato per l’11 aprile. L’incontro che si terrà la prossima settimana potrebbe essere uno dei più accesi in seno alla Banca Centrale Europea, tenendo conto del fatto che anche falchi storici come Robert Holzmann hanno recentemente parlato della possibilità di una politica monetaria più morbida, tenendo conto del ritardo che l’Unione Europea sta facendo registrare anche in termini di crescita, almeno rispetto alla locomotiva statunitense. L’idea di tagliare già a aprile ha trovato sponde anche sulle colonne di Bloomberg.
Il popolare giornale che si occupa di economia e finanza ha dedicato un lungo editoriale sulla necessità di valutare tagli già la prossima settimana, anche nel caso in cui l’inflazione dovesse confermarsi come persistente. E anche nel caso in cui il ritorno al 2% in tempi brevi sia da sacrificarsi per le necessità, certamente più impellenti, per le economie dell’area euro. Una situazione più complessa di quella che si sta vivendo a Washington, dove la resilienza dell’economia e del mercato del lavoro permette a Jerome Powell e più in generale al FOMC di guardare all’intera vicenda inflazione con maggiore tranquillità.
Cresce il fronte del sì ai tagli già a aprile
Sarebbe una decisione certamente shockante, perché segnalerebbe la percezione chiara da parte della Banca Centrale Europea di difficoltà importanti per le economie dell’eurozona. Difficoltà che potrebbero portare a tagli prima di giugno, che per ora rimane il mese designato per un ritorno su tassi più bassi, per quanto probabilmente soltanto di 25 punti base. L’idea di procedere prima ai tagli non è esattamente nuova. Già Fabio Panetta di Bankitalia aveva invitato l’istituto di Francoforte a intervenire in anticipo – e con tagli più misurati – favorendo così un ritorno alla normalità più moderato, più tranquillo e più lineare.
Idea questa però che aveva incontrato le ferme resistenze da parte del fronte dei falchi, dei quali Robert Holzmann della banca centrale austriaca è stato uno dei rappresentanti più cristallini. E si tratta dello stesso Holzmann che soltanto qualche giorno fa si è invece detto possibilista in pubblico, pur non parlando di date.
A dare manforte a chi vorrebbe tagli prima di giugno – e dunque il prossimo 11 aprile – c’è ora anche Bloomberg, che affida a Marcus Ashworth un lungo editoriale per sostenere la causa dei tagli già a aprile.
Oltre alle malandate condizioni delle economie europee, a rendere più urgenti i tagli – dicono da Bloomberg – è la grande distanza che separerà l’appuntamento di aprile da quello di giugno, un lungo iato che renderebbe ancora più pressanti interventi ora, prima che sia troppo tardi.
Questo al netto delle difficoltà – queste sì condivise anche con gli omologhi di Washington – nel percorrere quell’ultimo tratto di strada che separa l’inflazione dal target del 2%. Una questione che, di fronte alle difficoltà delle economie europee, passerebbe in secondo piano.
Quanto è possibile un taglio?
Si tratterebbe almeno ad avviso di chi scrive di una decisione insolita, che non è stata comunicata e che farebbe venire meno la prevedibilità dell’azione della Banca Centrale Europea. Un valore che però – come gli altri – potrebbe essere sacrificato sull’altare dell’urgenza.
Staremo a vedere: le politiche monetarie delle principali banche centrali, o meglio le attese sulle prossime decisioni, continuano a cambiare a velocità insolite anche per i mercati finanziari.
Segno che per quanto manchi poco più di una settimana, in realtà è ancora molto difficile esporsi. Il taglio arriverà già ora? Non è detto che sia un buon segnale per economie oggettivamente in difficoltà. Oppure BCE tenterà il tutto per tutto per mantenere la barra dritta e se ne riparlerà solo in giugno?