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BCE: La crisi bancaria costringe a un approccio “flessibile”

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Il Vicepresidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, ha evidenziato che il settore bancario sta vivendo un periodo di grande incertezza, il che implica un approccio flessibile sulla politica dei tassi di interesse, senza alcun impegno preliminare per azioni specifiche.

De Guindos ha affermato ieri in un’intervista con il Business Post che la BCE rimane aperta a valutare le opzioni future e che la situazione attuale richiede una valutazione costante degli eventi nel sistema bancario statunitense e in Credit Suisse e di come questi potrebbero influenzare l’economia dell’area dell’euro. Pertanto, nei prossimi mesi, la BCE dovrà esaminare se tali eventi porteranno ad un ulteriore irrigidimento delle condizioni per i finanziamenti.

Le crisi della banche statunitensi e di Credit Suisse costringe la BCE ad un approccio cauto.

L’importanza dei soggetti non bancari

Secondo il Vicepresidente della Banca Centrale Europea, Luis de Guindos, la principale preoccupazione della BCE in termini di stabilità finanziaria in seguito alla crisi di Credit Suisse riguarda il settore non bancario, che ha visto una crescita significativa e ha assunto rischi considerevoli durante il periodo di tassi di interesse estremamente bassi, in termini di liquidità, durata, credito e leva finanziaria.

Guindos ha affermato che sebbene la BCE non abbia la responsabilità diretta della supervisione dei soggetti non bancari, tali enti sono interconnessi con le banche tradizionali sotto il controllo della BCE, pertanto il settore viene comunque tenuto d’occhio.

Tuttavia, Guindos ha rassicurato che la situazione attuale è molto diversa dalla crisi finanziaria globale del 2008, poiché le banche hanno posizioni patrimoniali e di liquidità molto migliori rispetto ai requisiti minimi.

Nella sua ultima riunione del 16 marzo, la BCE ha aumentato i tassi di interesse di mezzo punto percentuale, ma non ha fornito indicazioni sui passi futuri, aggiungendo che l’incertezza riguardante la salute del settore bancario “rafforza” l’approccio della BCE basato sui dati.

Guindos ha parlato dell’obiettivo della BCE di raggiungere un’inflazione del 2% in un periodo di due anni e ha sottolineato l’importanza del modo con il quale si giunge a quel valore, piuttosto che del solo raggiungimento dell’obiettivo.

La crisi di Credit Suisse ha creato scompiglio nel settore bancario europeo.

Le previsioni sull’inflazione

L’inflazione complessiva nell’area dell’euro è destinata a diminuire rapidamente nei prossimi sei/sette mesi grazie agli effetti di base. Secondo quanto affermato, il calo dei prezzi dell’energia, la riduzione delle limitazioni dal lato dell’offerta e l’impatto ritardato degli aumenti dei tassi, contribuiranno tutti a questa diminuzione.

Guindos ha dichiarato di essere ottimista riguardo al calo dell’inflazione primaria, ma ha anche sottolineato la necessità di monitorare attentamente l’evoluzione dell’inflazione core per raggiungere l’obiettivo.

La settimana scorsa, la presidente della BCE Christine Lagarde ha affermato che riportare l’inflazione dell’area dell’euro all’obiettivo del 2% non sarebbe oggetto di compromessi e ha aggiunto che il sistema bancario europeo è abbastanza solido da potersi permettere di farlo. Ciò è avvenuto solo pochi giorni dopo che la Banca ha aumentato i tassi di interesse di 50 punti base.

Secondo gli economisti interpellati da Bloomberg, è probabile che i dati di questo mese mostrino che l’inflazione di fondo, escludendo elementi volatili come i prezzi dei prodotti alimentari ed energia, ha raggiunto un nuovo record del 5,8% questo mese, anche se l’inflazione complessiva sembra essere diretta verso un forte calo.

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