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BCE, National Bank belga avverte su ulteriore aumento tassi

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Pierre Wunsch, CEO della Banca nazionale del Belgio, ha affermato che la BCE probabilmente continuerà ad aumentare i tassi di interesse poiché non vede il rischio di una ripetizione della crisi finanziaria del 2008, considerato che le banche europee sono soggette a regole più rigorose rispetto alle banche regionali degli Stati Uniti.

La Banca centrale europea aveva deciso di aumentare i tassi di interesse di 50 punti base giovedì, facendo intendere che avrebbe potuto applicare ulteriori futuri aumenti, in previsione di un’inflazione che rimarrà al di sopra del suo obiettivo del 2% fino al 2025. Wunsch, in un’intervista pubblicata nella giornata odierna, ha dichiarato che la strada da percorrere sull’aumento dei tassi di interesse è ancora lunga, soprattutto se la previsione riguardante l’inflazione dovesse concretizzarsi.

La banca centrale del Belgio avverte su ulteriori aumenti del tasso di interesse da parte della BCE

La BCE continua ad aumentare i tassi di interesse

La Banca Centrale Europea ha annunciato giovedì un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 50 punti base, segnalando la sua disponibilità a fornire liquidità alle banche se necessario, in mezzo alle recenti turbolenze del settore bancario. La BCE aveva già segnalato che avrebbe aumentato nuovamente i tassi al suo incontro di marzo, poiché l’inflazione in tutta la comunità europea rimane nettamente al di sopra del livello target. A febbraio, i dati avevano mostrato un’inflazione all’8,5%, ben al di sopra del target della banca centrale del 2%.

La banca ha aumentato il suo tasso di deposito di 350 punti base da luglio, fino al 3%, il ritmo più rapido mai registrato, e i capi delle banche centrali in Austria, Lituania e Slovacchia sostengono la necessità di ulteriori aumenti: una decisione diversa potrebbe, infatti, contribuire ad alimentare l’incertezza.

Motivando la decisione di aumentare il tasso di interesse giovedì, la BCE ha dichiarato che l’inflazione è destinata a rimanere troppo alta per troppo tempo: il Consiglio direttivo ha così deciso di aumentare i tre principali tassi di interesse di 50 punti base, dove un punto base è pari allo 0,01%. Quest’ultimo aumento porta il tasso principale della banca al 3%: era in territorio negativo prima di luglio dello scorso anno.

Un’altra motivazione alla base della scelta riguarda il fatto che, secondo la banca, non esiste un problema strutturale per banche europee, anche se bisogna restare prudenti e vedere quale impatto avranno gli eventi nel settore bancario degli Stati Uniti e intorno a Credit Suisse nei prossimi giorni.

Il confronto tra le banche europee e quelle statunitensi

Le mercato bancario globale è stato colpito dal crollo di Silicon Valley Bank e dalla necessità di Credit Suisse di ricorrere a 54 miliardi di dollari di finanziamenti dalla banca centrale, sollevando interrogativi su altre debolezze del sistema finanziario.

La BCE rassicura sulla diversa condizione strutturale delle banche europee rispetto a quelle statunitensi

Wunsch ha dichiarato che non vi è alcun segnale che indichi una particolare vulnerabilità delle banche europee: le banche belghe, in particolare, sono più solide della media delle banche europee. Questo rende, perciò, difficile immaginare una ripetizione della crisi finanziaria globale del 2008.

Il governatore della banca centrale belga ha sottolineato che è cruciale distinguere tra Europa e Stati Uniti, dove una maggiore applicazione delle regole di capitalizzazione ha permesso ad alcune banche regionali di correre maggiori rischi rispetto a quanto sarebbero state autorizzate in Europa. Interrogato sul futuro di Credit Suisse, ha inoltre dichiarato di vedere solo una probabilità molto bassa che la banca possa fallire. Secondo le sue parole, al momento la situazione non è realmente critica e le autorità svizzere interverrebbero se fosse necessario in quanto si tratta di una banca di importanza sistemica.

Anche altri funzionari europei hanno voluto sottolineare che la situazione in Europa è diversa da quella degli Stati Uniti. In generale, c’è meno concentrazione di depositi – la SVB era un importante prestatore nei settori tecnologico e sanitario – i flussi di depositi sembrano stabili e le banche europee sono ben capitalizzate dalla trasformazione regolamentare che ha seguito la crisi finanziaria globale.

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