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Banca Centrale Europea: 25 punti base ora e 25 a dicembre. Ormai è fatta?

BCE si prepara a tagli da 25 punti base – e altri tagli prima di dicembre. Sarà Francoforte a guidare il fronte pivot

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Sarà di nuovo la Banca Centrale Europea a spingere sull’acceleratore di un allentamento delle politiche monetarie globali. BCE con ogni probabilità taglierà i tassi di altri 25 punti base durante il prossimo incontro, cosa che era stata quasi categoricamente esclusa fino a un paio di settimane fa. Un cambio di rotta che dipende da diversi aspetti – a partire da un rallentamento cinese che pesa tanto sugli export e ad un’inflazione che appare ormai come quasi certamente battuta.

Si tratterebbe, nel caso, del terzo taglio da 25 punti base per la Banca Centrale Europea – un percorso che poi era quello che si sarebbe augurato il capo di Bankitalia Fabio Panetta – che aveva da tempo chiesto a BCE un percorso di tagli lento ma costante, per anticipare eventuali riflessi recessivi che sono sempre sul tavolo dopo una fase relativamente lunga di tassi verso i massimi storici.

Il taglio arriva anche senza dati a supporto?

I falchi contestano una possibile decisione di questo tipo, dato che dall’ultima decisione presa da BCE sono mancati dati chiari a indicare la necessità di intervenire con un altro taglio. È così che si è espresso ad esempio Peter Kazimir, che è a capo della banca centrale slovacca, che mentre in diversi tra i giornalisti chiedevano la possibilità di nuovi tagli, indicava proprio l’assenza di dati appunto a supporto.

Ad oggi però Kazimir rimane l’unico a sostenere una posizione del genere, con tutti gli altri aventi voto che sembrerebbero invece intenzionati a votare a favore dei tagli.

Rimarrà aperta la questione di cosa fare poi a dicembre, per quanto l’orientamento attuale sembrerebbe essere quello di un ulteriore taglio anche entro fine anno.

Una questione complicata, con BCE che dipende da fattori anche extra-europei

In realtà BCE non sarà completamente autonoma nella decisione: la Banca Centrale Europea dovrà tenere conto di altri fattori macro, a partire da condizioni dell’economia cinese che non sembrerebbero essere in trend positivo o in recupero, nonostante un piano di stimoli a rate che sembrerebbe essere… potenzialmente ampio.

Pesa anche la direzione intrapresa da Federal Reserve: per quanto circolino voci della possibilità di non tagliare a novembre, sembra che le necessità siano altre, impellenti e impossibili da superare semplicemente perché l’inflazione non sembrerebbe procedere in modo a sufficienza rapido verso il 2%.

Crollerà così anche il mito della nave monetaria guidata dai venti dei dati: di dati per giustificare un taglio al prossimo giro ce ne sono effettivamente pochi, come ricorda Kazimir. Il tentativo sembrerebbe essere quello di anticipare il ciclo – nella speranza che ci si riesca.

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