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Berkshire Hathaway punta al “trilione” | Boom in pre-market

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Berkshire Hathaway si avvicina in modo importante ai 1.000 miliardi di quotazione, almeno secondo le trattative che stanno avendo luogo nella sessione pre-market – e che saranno con ogni probabilità confermate dalla sessione vera e propria di scambio. Un risultato importante dopo la pubblicazione di dati e prospettive poco più di 24 ore fa, per la prima volta in assenza del braccio destro di Warren Buffett, Charlie Munger. Nel caso in cui dovesse superare la soglia simbolica dei 1.000 miliardi di quotazione, Berkshire Hathaway sarebbe la prima della storia del settore non tech ad entrare nel trillion club, un club che per ora ha offerto ospitalità soltanto ai giganti del settore tecnologico degli Stati Uniti.

Tutto questo nonostante Warren Buffett abbia avvisato sull’impossibilità per il 2024 di aspettarsi ritorni di molto superiori al mercato: il gruppo continua a detenere una parte importante delle proprie posizioni in cash, in assenza di gemme sulle quali investire e tramite le quali ottenere rendimenti superiori alla media. Un avviso da parte di Warren Buffett che però non ha spaventato i mercati, che sono tornati a puntare in modo importante sul titolo già da inizio 2024.

Titolo vola in pre-market

Berkshire Hathaway si lancia verso il trillion club

Il titolo di Berkshire Hathaway è in realtà in uno straordinario stato di forma già da inizio 2024, avendo accumulato una crescita di circa il 17%. Ora però ad aiutarlo c’è la pubblicazione durante lo scorso weekend di dati molto incoraggianti, pur a fronte di un Warren Buffett che ha invitato tutti alla calma e che ha preannunciato un 2024 privo di grandi sorprese. Tanto è bastato però per scatenare il trading nel pre-market che ha aggiunto alle quotazioni di borsa del gruppo dell’Oracolo di Omaha un altro 5%. In attesa che venga confermato poi dalla seduta classica, si tratta di un ottimo risultato per un’azienda che si appresta a segnare un altro record da Guinness dei Primati.

Nel caso in cui dovesse infatti superare la soglia dei 1.000 miliardi, il trillion come lo chiamano negli Stati Uniti, si tratterebbe infatti della prima azienda non tech a farlo. Una corsa importante, dopo un 2023 buono ma lontano dai grandi fasti del passato, che certifica se necessario la validità di quel value investing sul quale Warren Buffett ha costruito il suo impero. Una Berkshire Hathaway che è – secondo le parole del suo stesso fondatore – costruita per durare a lungo.

I dati d’altronde parlano chiaro: earning operativi di 8,48 miliardi di dollari, contro i 6,3 miliardi che erano stati fatti registrare l’anno precedente, che anche in un anno di grazia per le borse americane rimane un dato di estrema importanza e segnale della solidità delle intuizioni del gruppo.

La concorrenza c’è, ma è parecchio indietro

Nel gruppo delle grandi: la corsa è ora con Eli Lilly

La corsa, per quanto ci sia uno stacco importante, è ora a due: da un lato Berkshire Hathaway, che si trova in quota 900 miliardi di dollari e poco più, e Eli Lilly, che sta vivendo un momento di straordinaria forma dovuto anche alla popolarità dei nuovi farmaci contro l’obesità. Per trovare un’altra azienda che non fa parte del settore tech bisogna scendere parecchio sotto e trovare Visa, che ha un cap di 582 miliardi di dollari e JPMorgan Chase, con un cap di 529 miliardi di dollari. Aziende che a meno di clamorosi stravolgimenti non dovrebbero essere in grado di frapporsi tra Berkshire Hathaway e il tentativo di record.

C’è chi obietta che Tesla abbia già toccato la soglia, per quanto sia certamente opinabile che non si tratti di un’azienda tech. Roba comunque più vicina al gossip e alla chiacchiera che alle analisi di mercato. Il vero dato di oggi è che Berkshire continua a piacere.

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