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BoC, ulteriore rialzo dei tassi di 25 punti base in Canada

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La Banca del Canada (BoC) ha aumentato il suo tasso chiave di interesse di un quarto di punto percentuale, portandolo al livello più alto degli ultimi 22 anni, raggiungendo così il 5%. Questa decisione è stata presa a causa delle preoccupazioni che gli sforzi per riportare l’inflazione al target del 2% potrebbero subire rallentamenti a causa della spesa eccessiva dei consumatori.

L’aumento dei costi di prestito di 25 punti base, effettuato mercoledì, rappresenta la seconda volta in altrettanti mesi ed era ampiamente previsto dagli analisti e dai mercati. Dopo una pausa di cinque mesi, a giugno la BoC aveva aumentato il tasso overnight affermando che la politica monetaria non era abbastanza restrittiva.

Nella dichiarazione rilasciata mercoledì, la BoC ha eliminato la frase che indicava che i tassi non erano sufficientemente restrittivi, ma ha alzato la previsione di crescita per quest’anno e posticipato di sei mesi l’obiettivo di raggiungere il target di inflazione, fissandolo a metà del 2025.

Il tasso ha raggiunto il livello record degli ultimi 22 anni del 5%.

Le economie continuano a crescere

L’inflazione globale sta diminuendo grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia e alla diminuzione dell’inflazione dei beni. Tuttavia, la domanda robusta e i mercati del lavoro ancora solidi stanno generando pressioni inflazionistiche persistenti. La crescita economica si è rivelata più solida del previsto, specialmente negli Stati Uniti, dove la spesa dei consumatori e delle imprese ha dimostrato una sorprendente resilienza.

Dopo un’accelerazione all’inizio del 2023, la crescita economica della Cina sta rallentando a causa delle esportazioni in diminuzione e della persistente debolezza del settore immobiliare. Nel complesso, la zona euro ha registrato una crescita stagnante: mentre il settore dei servizi continua a crescere, quello manifatturiero si sta contraendo.

Le condizioni per i finanziamenti a livello globale si stanno stringendo, con i rendimenti obbligazionari in aumento in Nord America ed Europa, mentre le principali banche centrali segnalano la necessità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione.

L’economia canadese ha dimostrato una solidità superiore alle aspettative, con un notevole slancio nella domanda. La crescita del consumo è stata sorprendentemente forte nel primo trimestre, con un aumento del 5,8%. Nonostante la Banca preveda un rallentamento della spesa dei consumatori a causa dell’incremento cumulativo dei tassi di interesse, i recenti dati sul commercio al dettaglio e altri indicatori suggeriscono la presenza di una domanda eccessiva persistente nell’economia.

Inoltre, il mercato immobiliare ha registrato un’accelerazione. La costruzione di nuove abitazioni e le offerte immobiliari sono in ritardo rispetto alla domanda, generando pressioni sui prezzi. Sul fronte del mercato del lavoro, si osservano segnali di una maggiore disponibilità di lavoratori, ma le condizioni rimangono comunque solide e la crescita salariale si attesta intorno al 4-5%.

La forte crescita demografica derivante dall’immigrazione sta contribuendo sia alla domanda che all’offerta dell’economia: i nuovi arrivati stanno aiutando a ridurre la carenza di lavoratori, stimolando al contempo la spesa dei consumatori e generando una maggiore domanda nel settore immobiliare.

L’inflazione è diminuita sensibilmente durante l’anno

Le previsioni della BoC

Con l’ulteriore diffusione dei tassi di interesse più elevati nell’economia, la Banca prevede un rallentamento della crescita economica. Si stima che nel secondo semestre di quest’anno e nel primo semestre del prossimo anno, la crescita si attesterà intorno all’1%. Ciò comporterebbe una crescita reale del PIL del 1,8% nel 2023 e del 1,2% nel 2024. L’economia entrerà in una fase di moderato eccesso di offerta all’inizio dell’anno prossimo, ma si prevede che la crescita si riprenda raggiungendo il 2,4% nel 2025.

L’inflazione in Canada è diminuita al 3,4% a maggio, rappresentando una notevole e gradita diminuzione rispetto al picco dell’8,1% dello scorso anno. Sebbene l’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) sia diminuita come previsto durante quest’anno, il calo è stato principalmente determinato dal ribasso dei prezzi dell’energia, mentre l’inflazione sottostante non ha mostrato una riduzione significativa.

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