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BoE, il Governatore Bailey parla dopo il rialzo dei tassi

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La Bank of England ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, esattamente come atteso dagli analisti, nella riunione di politica monetaria tenutasi nella mattina di giovedì. Il governatore Andrew Bailey ha invitato i membri del direttivo a mantenere un atteggiamento di cautela verso la politica monetaria, considerato il tasso di inflazione che rimane il più alto in assoluto tra le nazioni che fanno parte del G7. Sembra che per il Regno Unito sia molto ostica la battaglia all’inflazione, persino più di quanto non lo sia nell’Eurozona e indubbiamente più di quanto non lo sia negli Stati Uniti. Bailey ha anche parlato di “sorprese non benvenute” per quanto riguarda i dati sull’indice dei prezzi al consumo, che indicano una pressione inflattiva ancora forte nell’economia inglese.

I membri del direttivo hanno deliberato l’aumento dei tassi di interesse quasi all’unanimità. Il voto ha visto 8 membri della BoE deliberare a favore dell’aumento dei tassi, un membro del direttivo votare per mantenere i tassi invariati e nessuno votare a favore di un taglio. Così è stato approvato il passaggio a un tasso centrale del 5,25% annuo, il massimo raggiunto da 15 anni a oggi. Ormai il Regno Unito sta alzando i tassi di interesse a ogni politica monetaria da oltre un anno e mezzo, ma fino a questo momento non si sono ancora visti dei risultati concreti per quanto riguarda il calo della pressione sui prezzi. Anche i salari continuano a crescere, con un effetto a catena sui prezzi di beni e servizi.

La Bank of England non arresta i rialzi dei tassi e Bailey parla della possibilità di andare avanti con gli scatti nel corso dell’autunno

Approvato il 14esimo rialzo consecutivo dei tassi

Per tornare all’ultima volta in cui il tasso di interesse della Bank of England è stato così alto, bisogna addirittura tornare a febbraio 2008. Si parla di un’epoca che non aveva ancora visto la Grande Recessione del 2008, la Crisi dell’Eurozona, il rally dei mercati finanziari dello scorso decennio e l’arrivo della pandemia. Per questo molti economisti fanno difficoltà a prevedere come lo scenario economico attuale possa cambiare gli effetti della politica monetaria sull’economia reale. Quello che è chiaro, però, è che con un tasso di inflazione così elevato non ci fossero molte altre decisioni possibili: gli ultimi dati disponibili sono quelli di giugno, che mostrano un aumento del 7,9% su base annua nei prezzi dei beni al consumo.

In un video pubblicato su Twitter, il governatore Bailey ha comunque accennato alla possibilità che la Bank of England sospenda a breve il periodo di tassi in rialzo. Il vertice della BoE ha spiegato che ritiene possibili ulteriori rialzi nei tassi andando avanti, ma che si tratta soltanto di una possibilità: ancora una volta, la banca centrale inglese ritiene che la scelta migliore sia adattare le proprie decisioni in base ai dati macroeconomici che verranno pubblicati nel corso delle settimane. Nel comunicato stampa con cui la BoE ha accompagnato la decisione sui tassi, si legge che gli ultimi dati hanno dato segnali misti circa la pressione sui prezzi. Da una parte si continua a notare una rincorsa dei salari, ma dall’altra l’attività economica inizia a dare alcuni segni di cedimento.

Grafico del tasso di inflazione inglese nel corso degli ultimi 5 anni

Si teme per il mercato immobiliare e per le banche

Una delle caratteristiche peculiari dell’economia inglese è il fatto di basarsi in prevalenza su un sistema di mutui a tasso variabile. Anche chi sceglie un mutuo a tasso fisso, in realtà, ottiene soltanto la garanzia di poter bloccare il tasso per alcuni anni: una volta passato il periodo iniziale, questi si aggiustano in base all’andamento dei tassi centrali. Per questo motivo, i 2 milioni di inglesi che hanno un mutuo in corso si trovano a fare i conti con un forte rincaro delle rate ogni volta che la Bank of England decide di aumentare i propri tassi centrali. Attualmente il costo di un mutuo che mantiene il tasso fisso nei primi 2 anni è del 6,85% annuo, mentre lo scorso agosto era appena del 3,95%.

Il consensus degli analisti è che i tassi centrali possano salire fino al 5,75% entro fine anno, prima di rimanere stabili durante la prima parte del 2024. Questa previsione, però, deve fare i conti con la seria possibilità che se il mercato del lavoro dovesse iniziare a cedere si potrebbe ottenere una ricaduta pesante sul comparto bancario. Le famiglie inglesi che si troverebbero a fare i conti con mutui sempre più cari e un mercato del lavoro in difficoltà potrebbero iniziare a vendere in massa i propri immobili e portare a un aumento dei pignoramenti, cosa che avrebbe un effetto endemico sul sistema finanziario. Sarà dunque un compito delicato quello della Bank of England nei prossimi mesi, con la necessità di bilanciare il calo del tasso di inflazione con un mercato del lavoro che non può vacillare troppo.

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