La pubblicazione dei dati sull’inflazione nel Regno Unito, attestando il dato al 10,1% annuo, ha colto di sorpresa il governo inglese e tantissimi investitori. Un tasso di inflazione ben superiore a quello delle attese, che si dimostra ancora superiore al 10% e guidato soprattutto dall’aumento dei prezzi dei generi alimentari. Il risultato è stato un drastico calo dei prezzi dei bond inglesi, con rendimenti a 10 anni che ora sfiorano il 4%. Evidentemente le mosse fatte fino a ora dalla banca centrale non sono sufficienti a contenere la pressione sui prezzi.
La sterlina ha incontrato forte volatilità sui mercati dopo la pubblicazione del dato, senza mostrare una direzione chiara; ci sono alte probabilità che la banca centrale decida di procedere più a lungo con i rialzi dei tassi di interesse e gli investitori stanno cercando di capire a cosa potrebbe portare questa novità. Il Ministro del Tesoro britannico, Heremy Hunt, ha commentato il dato con parole piuttosto dure. Secondo il Ministro, un tasso di inflazione oltre il 10% è pericoloso per l’economia se non si interviene per tempo nel ridurlo significativamente.
Alimenti trainano la corsa a rialzo dei prezzi
Come tutte le principali banche centrali, anche la Bank of England pubblica dei dati dettagliati sulle diverse componenti dell’inflazione e su come queste vadano a incidere sul risultato sintetico finale. Andando ad analizzare questa pubblicazione, si nota come siano soprattutto i generi alimentari a trainare gli aumenti dei prezzi. I rincari sugli alimenti e sulle bevande non alcoliche sono arrivato al 19,2% su base annua, il dato più alto degli ultimi quarant’anni: un dato preoccupante per i consumatori, considerando che si tratta di generi di prima necessità.
L’unico settore dell’economia che ha registrato un calo dei prezzi rispetto a marzo 2022 sono state le telecomunicazioni, settore che continua a soffrire la forte concorrenza e a generare margini bassi che pesano sull’andamento delle azioni correlate. Forti rialzi dei prezzi anche per ristoranti e hotel, con un rincaro del 12,1% rispetto alle rilevazioni dell’anno scorso, e per il mercato immobiliare che segna un tasso di inflazione annuo del 11,8%. Da notare che il dato appena pubblicato si riferisce alla fine di marzo, quando il prezzo del petrolio e dell’energia erano in calo in tutta Europa. Preoccupa il fatto che con i nuovi tagli alla produzione del cartello OPEC+ possa ora alzarsi anche l’inflazione legata all’energia.
Necessari altri aumenti dei tassi
Deutsche Bank è stata la prima banca privata a reagire alla pubblicazione del dato aggiornando le attese sui tassi di interesse nel Regno Unito. La banca tedesca ha alzato le previsioni sui tassi per la fine dell’anno di 25 punti base, che può sembrare anche poco dopo un dato di questo tipo. A poco a poco anche le restanti banche e gli altri investitori istituzionali inizieranno a pubblicare le proprie proiezioni e a investire di conseguenza. Per il momento, invece, sembra che i mercati non siano riusciti a stabilire una direzione chiara per la sterlina vista la sorpresa del dato.
Indubbiamente la Bank of England dovrà formulare una risposta alla situazione attuale. L’economia inglese è già oggetto di molti dubbi dovuti a Brexit e alla crescente perdita di competitività a livello industriale, per cui questo dato sull’inflazione colpisce durante un periodo già piuttosto difficile. Continuare con i rialzi dei tassi sembra la sola strada percorribile, ma bisognerà capire che tipo di impatto ciò potrebbe avere sull’andamento dell’economia e sul mercato del lavoro.