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Boeing, lo sciopero costringe i fornitori a licenziare
Lo sciopero, che sta bloccando Boeing, mette in ginocchio i suoi fornitori, il quali sono costretti a lasciare a casa i dipendenti.
Lo sciopero che sta coinvolgendo Boeing rischia di mettere in ginocchio anche i fornitori. Uno di questi, Pathfinder Manufacturing, ha dovuto mettere in congedo forzato quattordici dipendenti, su una forza lavoro complessiva costituita da 54 persone. Dave Trader, Ceo della società, teme di dover lasciare a casa delle altre persone, nel caso in cui lo sciopero dovesse prolungarsi nel corso dei prossimi giorni.
Pathfinder Manufacturing ha l’incarico di gestire un progetto per attrarre delle nuove reclute nel settore aerospaziale. Il suo compito, inoltre, è quello di formare dei lavoratori qualificati presso la propria sede, che dista pochi metri dalla fabbrica di Boeing che è situata ad Everett, poco fuori Seattle. Ma non solo: lo sciopero ha costretto gli studenti delle scuole superiori che si stavano formando presso Pathfinder Manufacturing a tornare nelle loro aule, infliggendo uno stop ad un settore in difficoltà nella ricerca di manodopera qualificata.
Boeing, l’impatto sui fornitori
Lo sciopero in Boeing sta avendo un impatto pesante anche presso i fornitori del gruppo. Dave Trader ha, comunque, sottolineato che è intenzionato a continuare a tenere il personale: per questo sta cercando di aiutarli il più possibile. Ma allo stesso tempo deve tentare di far rimanere a galla l’azienda.
Ricordiamo che lo scorso 13 settembre 2024 qualcosa come 30.000 macchinisti della Boeing hanno deciso di abbandonare gli utensili sulla costa occidentale. Lo sciopero ha determinato l’interruzione della produzione del 737 MAX e dei vecchi programmi wide-body 767 e 777.
Lo stop si è riversato a cascata sui fornitori dell’azienda, che adesso si stanno preoccupando di come trattenere i lavoratori che dovranno essere sospesi nel corso delle prossime settimane, se lo sciopero non dovesse rientrare in tempi rapidi.
Stando a quanto riferisce Reuters almeno cinque fornitori di Boeing avrebbero iniziato a mettere i lavoratori in congedo forzato o a sospendere gli investimenti. A preoccupare, inoltre, è uno sciopero che starebbe coinvolgendo il gruppo aerospaziale Textron, che starebbe contribuendo ad allargare le pressioni sul mercato del lavoro nel settore aerospaziale.
Pathfinder Manufacturing ha deciso di coprire i costi dell’assistenza sanitaria per i quattordici lavoratori che ha lasciato a casa, in modo che possano diventare immediatamente operativi nel momento in cui gli ordini dovessero riprendere. È bene ricordare, ad ogni modo, che l’azienda – a differenza di altri fornitori di Boeing – è anche un’organizzazione di raccolta fondi, che unisce il lavoro contrattuale retribuito a un Work Force Development Center senza scopo di lucro, dove studenti delle scuole superiori e adulti con disabilità nella zona di Puget Sound apprendono competenze aerospaziali ad alta tecnologia.
Anche in Boeing il personale è in congedo
La maggior parte del personale impiegatizio di Boeing è stato messo in congedo forzato. L’azienda, così come i suoi fornitori, sono stati messi in ginocchio da una serie di crisi, tra le quali è necessario ricordare quella che ha imposto la messa a tessa in sicurezza del Max dopo due incidenti mortali. Il settore risente ancora del crollo dei viaggi aerei avvenuto mentre c’era la pandemia. Su Boeing, poi, un altro problema è arrivato a gennaio, quando è stata coinvolta in una crisi di qualità a seguito della rottura di un tappo di una porta.
Secondo gli esperti Boeing è combattuta tra due differenti necessità: risparmiare e preservare la capacità produttiva. Ma non solo: dovrebbe essere in grado di aumentare quest’ultima rapidamente, subito dopo lo sciopero. Questo potrebbe significare dover spendere dei soldi per mantenere in funzione le fabbriche dei fornitori.
Fino a poco tempo fa, la Boeing si era impegnata ad acquisire dai fornitori la maggior quantità possibile di inventario per mantenere attive le linee di fornitura. Ma la capacità di Boeing di supportare i fornitori sta svanendo. Il rating creditizio dell’azienda si aggira vicino allo stato spazzatura e il suo ramo difesa sta perdendo tanto quanto guadagnava prima.
Brian West, Cfo della Boeing, ha affermato che lo sciopero renderebbe più difficile stabilizzare la sua supply chain. I rappresentanti del sindacato della Boeing non erano disponibili per un commento.