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Bank of Japan pronta a scaricare euro: soglia dei 180 sotto osservazione

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USDJPY non è l’unica coppia che potrebbe interessare gli interventi diretti a mercato delle autorità monetarie giapponesi. Secondo quanto è stato riportato in una recente indagine firmata dagli analisti di Citigroup, ci sarebbe la possibilità di uno scarico a mercato di euro nel caso in cui EURJPY dovesse toccare quota 180. Una quota che per quanto sarebbe apparsa fantascientifica soltanto qualche mese fa, ora è nel novero delle possibili evoluzioni del mercato. Nel momento in cui scriviamo la coppia, pur essendo lontana dai massimi toccati nella prima settimana di luglio, continua comunque ad aggirarsi minacciosamente sopra quota 170.

Non sarebbe certamente il primo intervento di BoJ, per quanto quelli supposti nel corso del 2024 abbiano interessato tutti il dollaro e titoli denominati in dollari US. Una situazione, quella dello yen giapponese, che non sembrerebbe trovare pace, con i fondamentali che continuano a spingere la divisa giapponese al ribasso verso tutte le principali valute sulle piazze del Forex.

L’allarme di Citi: BoJ potrebbe intervenire anche su EURJPY

Bank of Japan è stata negli ultimi 2 anni la più attiva, almeno sul piano quantitativo, delle banche centrali che hanno deciso di intervenire a mercato a tutela della propria valuta. Interventi miliardari, che hanno però in genere sortito effetti di breve periodo e che sono stati utilizzati come spauracchio per chi sta vendendo allo scoperto lo yen.

Venditori allo scoperto che Tokyo, anche per bocca del governatore di Bank of Japan Kazuo Ueda ha bollato ormai tempo fa come speculatori, che – si legge tra le righe – meriterebbero questo e altro. Non che non siano stati già puniti dai recenti interventi do BoJ a mercato, e non che non abbiano timore che certe situazioni possano ripetersi. Rimane però ai piani più alti così come a quelli più bassi la discussione sull’utilità di medio periodo di questi interventi.

Interventi però che secondo Citi non solo non sarebbero ormai cosa del passato, ma che potrebbero presto riguardare anche vendite a mercato di euro, sempre da parte di Bank of Japan. La soglia limite, la soglia che finirebbe per spingere Bank of Japan a intervenire sarebbe quella dei 180 contro l’euro. Sempre però senza che ci sia alcuna conferma da parte delle massime autorità monetarie giapponesi, che dell’imprevedibilità dei loro interventi – che non vengono confermati neanche ex-post – ha fatto uno dei suoi massimi strumenti di forza.

Tutto questo in attesa delle decisioni del 30 e del 31 luglio, date durante le quali si riuniranno i vertici Bank of Japan per decidere si di tassi di interesse, sia di modifiche al balance sheet.

Incertezza totale, che Bank of Japan cerca di cavalcare

L’incertezza è totale. Secondo le stime di Citi fino al 30% delle riserve di Bank of Japan potrebbero essere detenute in euro. Ci sarebbe dunque la necessaria potenza di fuoco per esercitare un effetto apprezzabile sulle piazze del Forex. Effetti apprezzabili che secondo Bank of Japan sarebbero comunque aumentati dalla possibilità di agire, ancora una volta, con il favore della notte.

Un favore della notte che tradotto nel linguaggio dei mercati finanziari vorrebbe dire intervenire senza preavviso e possibilmente senza confermare l’intervento neanche dopo che questo sia avvenuto. Una strategia che – almeno nelle intenzioni di Bank of Japan – finirebbe per moltiplicare l’utilità di questi interventi, che si sono dimostrati però essere poco più di un rattoppo in attesa di cambiamenti a livello di fondamentali che, almeno per i mercati, sarebbero l’unica questione davvero importante per invertire un trend di estrema debolezza per lo yen, sia contro il dollaro, sia contro l’euro. La soglia dei 180 funzionerà davvero da trigger per l’ennesimo intervento miliardario?

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