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BoJ sul banco degli imputati. Comunicazione incerta affossa yen
Le banche centrali devono – o meglio dovrebbero – essere prevedibili. Questo almeno in condizioni di normalità per il ciclo economico e in assenza di scossoni importanti che arrivano dai fattori macro. L’incertezza mostrata nel corso degli ultimi mesi tanto da Jerome Powell quanto da Christine Lagarde è stata – almeno dai giornali – imputata dalla particolarità della fase economica che BCE e Fed stanno affrontando. Gli stessi sconti però non sembrerebbero applicabili – sempre da parte dei medesimi giornali – a Ueda Kazuo, a capo di Nippon Ginkō, la banca centrale del Giappone.
A schierarsi apertamente contro le incertezze del capo dell’istituzione, è Bloomberg, che tramite la penna di Daniel Moss e Gearoid Reidy invita Ueda a fare di più per fare propri certi messaggi. Quali messaggi? Quelli in conflitto a distanza di pochi giorni e che hanno creato confusione nei mercati, perché di segno opposto. Una questione effettivamente esistente – e importante per chi opera sui mercati del Forex o su asset che sono denominati in yen giapponesi.
Ueda sul banco degli imputati
La situazione in Giappone è forse la più complessa e di difficile lettura a livello globale. Il paese ha annunciato ancora tassi piatti – e negativi, per quel che conta – nonostante poche settimane prima Ueda Kazuo avesse indicato ai mercati la possibilità di rialzi a stretto giro di posta. Cosa che i mercati avevano inteso – e prezzato – salvo poi sentire Ueda dire l’esatto contrario nella conferenza stampa a corredo della non decisione sui tassi stessi. Confusione totale: le attese hawkish create dallo stesso Ueda Kazuo sono state smentite dal leader della banca centrale stessa, mandando i mercati in confusione e mettendo lo yen in una posizione ancora più difficile di quella precedente.
Il tutto all’interno di una situazione per l’economia giapponese complicata, tra calo della domanda globale, problemi interni e impossibilità di avere ampi spazi di manovra. Dice Bloomberg che se Ueda appare in pubblico poco convinto di quanto sta dicendo – in particolare su eventuali rialzi a dicembre – l’effetto può essere contrario a quello che le parole pronunciate vorrebbero far intendere. È il famoso effetto annuncio che i grandi maestri delle banche centrali hanno spesso utilizzato come strumento principale di policy – e che specularmente può causare più problemi di quanti ce ne siano.
Una settimana di confusione per chi segue i tassi?
Sì, una settimana di enorme confusione. Federal Reserve è apparsa più hawkish di quanto ci si aspettasse, mentre a Francoforte sono già evidenti segni di cedimento dai propositi più restrittivi. Diversi degli ufficiali di altro rango di BCE sembrerebbero già essere tornati a più miti consigli – cosa riflessa da un outlook pessimo sull’EUR da qui al 2024.
Il corredo è di quelli da spaventare anche i più ottimisti: le proiezioni sulla crescita – anche in Europa – sono in forte calo. La crisi cinese è lungi dall’essere risolta e i problemi strutturali che hanno reso la Germania il grande malato d’Europa sono lì per rimanere.
In un contesto del genere a uscirne vincitore, almeno per le aspettative del mercato, sembrerebbe essere il dollaro USA, con la credibilità di Federal Reserve che è ancora inarrivabile per le altre banche centrali. Tokyo compresa.
Comunicazione al centro
Il gioco di equilibri – difficile e pericoloso – che dovrà essere la parola d’ordine per le banche centrali nel corso dei prossimi mesi ha bisogno anche di grandi comunicatori. O di comunicatori credibili. O ancora di comunicatori che sembra siano d’accordo con quanto stanno dicendo.
Ueda ha per ora fallito in questo senso – e i giornali non ne chiedono forse lo scalpo, ma comunque un forte cambiamento di indirizzo almeno comunicativo. E qualcuno – noi compresi – parla già di banchieri centrali influencer.
Dire ai mercati, come ha fatto Ueda, che ci sono possibilità superiori a zero che ci siano dati sufficienti per terminare il regime di tassi negativi vuol dire spingerli a trarli conclusioni su una frase troppo complessa per mercati anfetaminici nella risposta a ogni minimo sussulto. Si dovrà lavorare sulla semplicità del messaggio.