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Bond, è il gennaio con più emissioni da oltre 30 anni

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Il mondo dei corporate bonds ha visto oltre $150 miliardi di emissioni da società private nelle prime tre settimane, un record negli ultimi 30 anni. I numeri provengono dal London Stock Exchange, che ha monitorato tutte le principali borse europee e americane per identificare ogni emissione fatta da emittanti considerati investment grade. Il mercato è incandescente: gli investitori vogliono mettere le mani su tutte le obbligazioni possibili, prima che la Fed e la BCE comincino a tagliare i tassi; le imprese lo sanno, e possono già approfittare anche di tassi più bassi rispetto a quelli dello scorso anno. Inoltre gennaio è sempre stato un mese particolarmente caldo per le obbligazioni, soprattutto per quanto riguarda le emissioni degli emittenti governativi.

Per tornare a un anno come questo bisogna tornare addirittura al 1990, quando i paesi emergenti hanno riavuto per la prima volta dopo molti anni la possibilità di tornare a emettere obbligazioni a tassi accettabili sui mercati internazionali. I grandi risultati ottenuti dalle società italiane dimostrano che anche il nostro quadro obbligazionario sta seguendo la stessa direzione. Domanda e offerta stanno andando estremamente d’accordo, lasciando pensare che le emissioni potrebbero poi calare nel momento in cui i tassi dovessero scendere.

Il trend si sta manifestando in tutti i continenti

Gennaio verso gli oltre $150 miliardi in emissioni

Ormai è praticamente sicuro che le emissioni di corporate bonds supereranno la soglia di $150 miliardi entro la fine del mese. Per avere un’idea di quanto grande sia questo numero è interessante osservare i volumi di obbligazioni registrati a gennaio degli scorsi anni: meno di $120 miliardi nel 2021 e nel 2022, addirittura meno di $80 miliardi nel 2020. Inoltre è stato stabilito un record assoluto di emissioni da parte di società con un credit rating elevato, cosa che porta la qualità -non soltanto la quantità- degli strumenti che stanno finendo sul mercato verso un nuovo picco storico.

Richard Zogheb, capo della strategia dei bond mondiali presso Citi, ha commentato la situazione definendo “in fiamme” la situazione attuale del mercato. Zogheb è convinto che gli investitori stiano aspettando tagli ai tassi molto prossimi, cosa che li sta portando a rastrellare ogni strumento valido. Nel frattempo questo boom della domanda ha già portato a un calo dei tassi reali, ma non così significativo come quello che ci si aspetta durante il resto dell’anno. Attualmente il rendimento delle obbligazioni investment grade di emittenti americani si colloca al 5,34% medio, un tasso di tutto rispetto.

Attualmente i mercati si attendono un taglio dei tassi della Fed già a marzo/aprile

Boom di emissioni da parte delle banche

Malgrado ci sia un aumento generale delle emissioni di ogni tipo di obbligazione, si nota un trend particolarmente netto nel caso delle grandi banche. Matt Brill di Invesco ritiene che gli istituti di credito vogliano assicurarsi di rifinanziare a dovere le loro attività in questo momento, anche se teoricamente potrebbero aspettare tassi più bassi nel corso dei mesi. Il fattore principale che punta le banche a non aspettare, secondo gli analisti, sarebbe la necessità di iniettare liquidità nelle proprie casse il prima possibile.

Dopo il fallimento di Silicon Valley Bank nel 2023, i rendimenti delle obbligazioni bancarie hanno avuto un’impennata e molti istituti hanno preferito aspettare per mettere nuovi bond. Le acque più tranquille del mercato di oggi hanno già portato banche come JP Morgan, Wells Fargo e Morgan Stanley a emettere nuovi bond a gennaio 2024. Soltanto le tre citate hanno emesso obbligazioni per un totale di $23,25 miliardi.

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