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Bond, domanda altissima: bene emissioni Eni e Generali

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Con la prospettiva che da qui a poco i tassi della BCE potrebbero iniziare a diminuire, il mercato italiano è assetato di bond. Lo dimostrano i risultati delle emissioni recenti, tanto quelle di bond governativi quanto quelle di emittenti privati. Le ultime due emissioni di successo su grande scala sono state quella di Eni e di Generali, entrambe con una quantità di ordini ben superiore alla quantità di obbligazioni disponibili per il collocamento. Considerando che solo a gennaio sono previste emissioni per oltre €150 miliardi a livello europeo e che il 2024 sembra essere un anno segnato da grande dinamismo per le nuove obbligazioni, è positivo confermare che dagli investitori provenga ancora una grande domanda.

Sembra che il mercato obbligazionario sia giunto a un momento in cui domanda e offerta si incontrano esattamente dove vorrebbero incontrarsi. Da una parte, gli investitori hanno paura che i tagli ai tassi nel corso del 2024 potrebbero portare a rendimenti significativamente inferiori per le nuove emissioni; dall’altra, le società possono già pagare un tasso leggermente più basso rispetto a quello del 2022 e assicurarsi di avere una domanda molto elevata per i loro strumenti di debito. Più avanti nel corso dell’anno, con i tassi in calo, potrebbe essere difficile generare gli stessi volumi.

presentazione della notizia su successo delle recenti emissioni di bond in Italia
Il mercato sta scontando tagli per oltre 150 punti base ai tassi BCE nel 2024

Generali lancia due nuovi green bonds

Generali torna a raccogliere capitali con il suo settimo green bond, un tipo di obbligazione che le società possono emettere per finanziare progetti legati alla sostenibilità. Si tratta di un bond in due serie con diverse scadenze: 5 anni e 10 anni, per una raccolta complessiva che dovrebbe assestarsi a 1,25 miliardi di euro. Gli ordini del mercato sono stati superiori a €2 miliardi e potrebbero aumentare ancora, segnando in meno di 24 ore un’altra emissione di grande successo per il gruppo. I titoli in scadenza a 5 anni pagano una cedola del 3,212% e la società ne collocherà per €500 milioni; i restanti €750 milioni saranno raccolti con il bond a 10 anni, con rendimento al 3,547%.

È interessante osservare come, malgrado i tassi della BCE non si siano ancora mossi, Generali sia già in grado di emettere con successo un’obbligazione a 10 anni che paga meno di quanto pagassero i BTP di pari scadenza fino a solo 6-7 mesi fa. Questo è un chiaro segnale del fatto che il mercato sta già scontando i tagli ai tassi nel corso del 2024, accettando rendimenti più bassi per le emissioni che avvengono già in questo momento. Se i prossimi dati europei sull’inflazione dovessero rivelare che la pressione sui prezzi sta scendendo più rapidamente del previsto, il trend potrebbe accelerare ulteriormente.

foto di due persone che tengono una piantina in mano
Generali punta a usare il capitale raccolto per abbassare l’impatto ambientale del suo portfolio

Ottimi risultati anche per ENI

Emissione ancora più eclatante per ENI, che in questi giorni è tornata a rivolgersi al mercato degli Eurobond per una nuova emissione di obbligazioni riservate a investitori istituzionali. Complessivamente la società voleva raccogliere €1 miliardo, attraverso una singola serie di obbligazioni; gli ordini sono stati 5 volte superiori all’obiettivo di raccolta fissato da ENI, confermando ancora di più la sete di obbligazioni del mercato. Il bond, negoziato sulla Borsa di Lussemburgo, non è un green bond; sembra dunque scollegata la notizia comunicata dal gruppo poche ore dopo l’emissione, con una nuova joint venture tra Plenitude -la divisione di ENI legata alla rinnovabili- e Cassa Depositi e Prestiti che porterà alla luce 8 nuovi grandi progetti fotovoltaici in Italia.

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