News, Obbligazioni

Ondata di bond in Europa a gennaio, €150 mld sul mercato

Avatar di Alessandro Calvo
Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
Scopri i nostri principi editoriali

Gennaio si prospetta un mese molto dinamico per il mercato delle obbligazioni in Europa, con oltre €150 miliardi di nuovi bond governativi che dovrebbero finire sul mercato. Il 2024 in generale dovrebbe essere un anno segnato da molte emissioni di obbligazioni governative, soprattutto nel caso in cui si dovesse avverare la previsione di tagli ai tassi d’interesse nel corso dei prossimi mesi. Molte economie europee, per evitare di indebitarsi a tassi troppo alti nel corso del 2021-22 durante il boom dei tassi della BCE, hanno preferito rimandare al futuro tutte le operazioni possibili per raccogliere liquidità sui mercati. Gli analisti ora si stanno interrogando sulla capacità dei mercati di assorbire la grande quantità di bond che verranno emessi nel corso dell’anno.

Il rendimento dei bond europei sta scendendo rapidamente nel corso degli ultimi due mesi, con i mercati che stanno già scontando la possibilità di vedere un calo dei tassi della BCE nel corso del primo quadrimestre. Nel frattempo le quotazioni sono in rapida ascesa, essendo inversamente correlate al rendimento delle nuove emissioni. Questo è il quadro della situazione a inizio anno: rimane da osservare come si muoverà il tasso di inflazione, che rimane la variabile determinante per guidare la BCE sulle scelte legate ai tassi.

presentazione della notizia su boom di emissioni di bond in Europa a gennaio 2024
Per i bond europei, l’anno è iniziato con il botto

Gennaio inizia con un boom di emissioni

La stima sui 150 miliardi di euro di obbligazioni emesse a gennaio proviene da ING, che ha fatto delle previsioni anche sul cambiamento della base di liquidità che dovrebbe derivarne. Secondo ING ci saranno 78 miliardi di euro di bond governativi europei in scadenza entro fine mese, indicando che l’offerta netta sarà di 72 miliardi di euro. Considerando che i mercati sono ancora affamati di obbligazioni ai rendimenti più alti di ora rispetto a quelli previsti per fine anno, non dovrebbe essere un problema assorbire le nuove emissioni. Verso fine anno i rendimenti potrebbero aumentare nuovamente, nel caso in cui una grande quantità di obbligazioni dovesse continuare a venire emessa a fronte di tassi centrali sempre più bassi.

Jorge Garayo, strategist di Societe Generale per i tassi d’interesse, fa notare che una quantità simile di obbligazioni è stata emessa anche a gennaio dello scorso anno. In quel contesto, però, i bond arrivavano da una serie di mesi con prezzi in calo; quello che sta succedendo ora è esattamente l’opposto. Dopo un rally del valore delle obbligazioni che va avanti da più di due mesi, Garayo considera difficile che il trend rialzista possa andare avanti per tutto il 2024: a un certo punto i mercati perderanno la capacità di assorbire bond a basso rendimento dopo i tagli ai tassi previsti nel corso dell’anno, e inizieranno a domandare un premio per la liquidità più alto.

foto della sede della BCE
Con l’economia europea in rallentamento, i tagli ai tassi della BCE appaiono sempre più probabili

Dati su inflazione favoriscono il rally

Il dato più atteso dai mercati obbligazionari nella giornata di oggi era quello sul tasso di inflazione europeo, che mostra un lieve aumento rispetto ai mesi scorsi. Le attese degli analisti erano comunque al di sopra del dato effettivamente riportato: ci si aspettava che l’inflazione fosse del 3%, ma il dato reale è stato del 2,9%. Ma ancora più importante è osservare il Core CPI, cioè l’indice che misura l’inflazione con un paniere diverso da quello tradizionale: sono esclusi generi alimentari, beni energetici, alcol e tabacco, cose che spesso hanno un tasso d’inflazione diverso da quello di tutti gli altri beni e servizi per dinamiche interne ai singoli settori.

Il Core CPI si è fermato al 3,4% su base annua, in calo rispetto al 3,6% del mese scorso e al di sotto del 3,5% previsto dagli analisti. Questa sembra un’ulteriore conferma del fatto che la pressione sui prezzi in Europa stia scendendo, continuando a fomentare le attese di tagli ai tassi d’interesse da parte di Lagarde e dei suoi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *