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Bond USA in forte ribasso, dimezzate aspettative sui tassi
La settimana dei bond americani si è aperta con forti ribassi, dovuti soprattutto alle attese dei mercati sui tassi d’interesse della Federal Reserve. Appena il mese scorso, il rendimento dei Treasuries era in picchiata e gli investitori erano pronti a scommettere che la Federal Reserve avrebbe iniziato a tagliare i tassi già nella riunione di politica monetaria di marzo. Una prospettiva che si allontana sempre di più, visti i dati macroeconomici provenienti dall’economia americana. Dati che vedono un mercato del lavoro ancora vicino alla piena occupazione, un tasso di inflazione che fatica a scendere verso il target della banca centrale e imprese che stanno riportando degli ottimi dati trimestrali.
Il rendimento dei Treasuries è stato in rialzo stabilmente per tutta la giornata, fino alla chiusura dei mercati. Attualmente le obbligazioni americane a 10 anni pagano il 4,295%, un rendimento che non si vedeva da dicembre; in quell’occasione si era manifestata una delle più grandi ondate di vendite sui Treasuries della storia, seguita poi da un’inversione di tendenza altrettanto forte. L’andamento dei bond americani si conferma dunque molto volatile in questi mesi, con un’alternanza di periodi in cui i mercati sembrano attendersi un taglio ai tassi da un momento all’altro e altri in cui sembra che i tassi non siano abbastanza alti per riportare il tasso d’inflazione verso i livelli desiderati dalla Fed.
Pesano i dati sul lavoro e sull’inflazione
Craing Brothers di Bel Air Investment Advisors ha riassunto la situazione spiegando che, all’inizio del 2024, a Wall Street era opinione comune che i tassi potessero soltanto scendere. Dopo i dati incoraggianti sul tasso d’inflazione pubblicati a dicembre, i mercati erano convinti che ormai fosse una questione di pochi mesi; l’andamento dei bond è stato fortemente segnato da questa previsione, con quotazioni in rialzo e prezzi in calo per diverse settimane. Ora, però, i mercati ci stanno ripensando. Gli ultimi dati sull’inflazione sono stati decisamente meno incoraggianti e il tasso di disoccupazione, una delle metriche che anticipa meglio l’inflazione, mostra che la generazione di posti di lavoro nell’economia non è mai stata così elevata.
Andando a studiare la curva dei rendimenti, che mette a confronto il tasso pagato dai Treasuries a breve e lungo termine, si evince che in questo momento i mercati stanno prezzando tagli per 80 punti base ai tassi della Fed nel corso del 2024. Appena 6 settimane fa, stavano prezzando tagli ai tassi per addirittura 150 punti base. Anche le attese su quando inizieranno i tagli sono cambiate: prima si pensava che sarebbe stato sufficiente attendere fino a marzo, mentre ora il consenso degli analisti è per la riunione di politica monetaria di giugno. Tassi centrali più alti significano anche rendimenti più alti per le obbligazioni, cosa che giustifica perfettamente il trend ribassista molto forte dei prezzi dei Treasuries nel corso degli ultimi giorni.
Prevista volatilità elevata nei prossimi mesi
Guardando alle attese degli analisti, c’è chi rimane ancora fiducioso per un calo dei tassi nel breve termine e chi invece ritiene che la Fed possa addirittura aumentare i tassi rispetto al loro livello attuale. Tutto questo si traduce in attese di forte volatilità per l’andamento dei Treasuries, con Penn Mutual Asset Management che ritiene addirittura che i tassi saliranno al 4,75% sui bond decennali prima di tornare a scendere. La Fed sembra confermare la sua direzione e le minute dell’ultima riunione mostrano come diversi membri del comitato siano spaventati dalla possibilità di abbassare i tassi prima che il tasso di inflazione torni a essere realmente sotto controllo. Rimane però la luce accesa dalle dichiarazioni di Jerome Powell all’inizio del mese: il presidente della Fed ritiene che, malgrado sulla strada possano esserci degli ostacoli, l’unica direzione in cui potrà andare l’inflazione nei prossimi mesi sia in discesa.