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Bond USA segnalano due tagli per il 2024. Giovedì la prova del nove con i dati sull’inflazione

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Due tagli entro fine 2024. È questa la scommessa dei mercati che è stata prontamente riflessa dall’andamento dei bond negli Stati Uniti nel corso dell’ultima sessione di venerdì. Sui quinquennali i rendimenti hanno perso fino a 10 punti base, segnale di un mercato che si sta adagiando sull’idea che le cose, in termini di tagli a Washington, non andranno esattamente per il peggiore dei versi. A pesare in positivo sulle aspettative di tagli ai tassi i dati del mercato del lavoro – che raccontano di un rallentamento importante, per quanto i dati suddetti non siano appunto… univoci.

Gli occhi, anche per gli investitori in bond, saranno comunque puntati sul più importante dei dati – checché ne dica Federal Reserve – per capire come si muoveranno i tagli ai tassi e più in generale la lotta all’inflazione. Saranno i dati sull’aumento dei prezzi, in forma di CPI e Core, che arriveranno sui mercati a metà della prossima settimana. Difficile – come abbiamo visto anche in altre analisi – che arrivino dati sorprendenti. Vedere però un ritorno, per quanto invero assai timido, verso il 2%, sarebbe interpretato dai mercati – anche quelli dei bond – come un buon segnale.

Mercati dei bond scontano due tagli da qui al 2024

Non siamo ancora ad una distanza siderale dagli ultimi dot plot diffusi da Federal Reserve a giugno, dove si era a metà strada tra aspettative di un taglio e due tagli per il 2024. Tuttavia i mercati sembrerebbero per ora essersi posizionati sulla parte alta del range, ritenendo l’ipotesi 2 tagli per 50 punti base complessivi come la più credibile. A spingere verso queste convinzioni sono stati nell’ordine lo speech di Powell in Portogallo, dove si è detto relativamente fiducioso per il futuro e soddisfatto invece per il cammino fatto fino ad oggi.

Successivamente sono stati dati dal mercato del lavoro che lo mostrano come inequivocabilmente in raffreddamento, segnale che l’economia è in rallentamento e che dunque il caso per i tagli diventerà inevitabilmente più forte.

Come si è riflessa questa situazione sui bond USA? I quinquennali hanno perso 10 punti base, così come hanno fatto a grandi linee anche quelli con scadenza a 2 anni, con rendimenti che non si vedevano su questi livelli da aprile. Aprile durante il quale gli atteggiamenti e le aspettative dei mercati erano addirittura sbilanciati verso tre tagli. Ipotesi ora che appare ai più come impossibile.

La verità è che saremo ancora data-driven

Ad ogni nuovo dato macro che arriva sui mercati si tende a sbilanciarsi verso l’una o l’altra barriera del range, cosa che dimostra come in realtà i mercati stiano reagendo a cambiamenti di traiettoria minimi e che possono essere smentiti dal dato successivo. Per dirlo in maniera più erudita e riprendendo le parole utilizzate da tutte le principali banche centrali europee, sarà ancora un mondo di politica monetaria data driven, ovvero guidata da ogni singolo dato che verrà poi infilato nei modelli.

Giovedì 11 luglio sarà un’altra giornata di passione, non solo sul mercato del Forex, ma anche su quello delle obbligazioni più importante del mondo, ovvero quello degli USA. Per il resto del mondo obbligazionario statale, le elezioni di oggi in Francia potrebbero muovere un po’ lo spread, soprattutto in caso di una vittoria di RN di Le Pen. Per il resto, si dovranno aspettare altri dati e poi altri ancora.

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