News
BP lancia la sua prima maxi centrale di biogass rinnovabile
Dopo aver speso $4 miliardi per acquisire Archaea Energy lo scorso dicembre, finalmente British Petroleum presenta al mondo la sua prima grande centrale dedicata alla produzione di biogass rinnovabile. Si tratta dell’acquisizione più grande mai guidata dall’attuale CEO del gruppo, Bernard Looney, che ha fortemente creduto in questo investimento. L’obiettivo è quello di trasformare i gas emessi dalle discariche in una risorsa, filtrandoli per ottenere gas naturale con tutte le caratteristiche necessarie per poter essere messo in commercio alla pari di quello estratto dai giacimenti sotterranei.
La tecnologia per la produzione di gas naturale rinnovabile a partire dai materiali delle discariche non è nuova. Arachaea Energy, però, è stata la prima società a rendere possibile la produzione su scala di soluzioni di questo genere. L’azienda ha brevettato un sistema modulare per produrre biogass in questo modo, utilizzando tante unità di macchinari relativamente piccoli che possono essere collegati in serie. In questo modo, si possono facilmente produrre su scala commerciale le singole unità in un centro produttivo specializzato e poi installarle in breve tempo dove si vuole realizzare un nuovo progetto.
Da uno a migliaia di progetti in poco tempo
Il nuovo impianto realizzato da British Petroleum, installato in una discarica che si trova a Medora in Indiana, è in grado di processare 5.400 metri cubi di gas proveniente dai rifiuti ogni ora. Questi vengono poi filtrati per ottenere una quantità di gas naturale sufficiente, secondo i calcoli di BP, ad alimentare oltre 13.000 case ogni anno. Tutto questo con un impatto ambientale minimo, andando a trasformare in una risorsa le emissioni inquinanti che provengono dalle discariche. British Petroleum ha già detto che si tratta appena di un progetto pilota: l’ambizione della società è quello di aprire decine di impianti entro un anno e migliaia nel corso dei prossimi anni.
Il CEO Looney ha apertamente dichiarato il suo entusiasmo, indicando questa come la strada giusta per ridurre l’impatto ambientale del colosso petrolifero inglese e raggiungere il net zero entro il 2050. Inoltre non ha mancato di sottolineare l’opportunità economica rappresentata dal biogass naturale rinnovabile: secondo le previsioni di British Petroleum, la domanda dovrebbe aumentare di cinque volte tra oggi e il 2030. Con la maggior parte delle nazioni che si sono già impegnate per raggiungere il net zero entro il 2050, probabilmente il tasso di crescita continuerà a essere estremamente alto anche dopo il 2030.
Rivoluzione in corso per il biogass rinnovabile
La maggior parte del biogass è ottenuto come sottoprodotto dalla produzione di etanolo e metanolo, due biocombustibili ampiamente utilizzati come carburante sostenibile per navi e veicoli di vario genere. Di solito questo processo richiede di utilizzare scarti dell’agricoltura o prodotti come l’olio di colza o la soia, ma esiste anche la possibilità di produrre biogas rinnovabile a partire dai rifiuti. Quando i rifiuti di una discarica vengono seppelliti sotto terra, l’assenza di ossigeno favorisce la proliferazione di alcuni batteri che si nutrono degli scarti ed emettono metano e CO2 come risultato della loro attività metabolica.
Circa il 40-50% del gas formato dai batteri anaerobici è metano, che può essere raccolto attraverso sistemi di tubazioni sotterranee e portato verso una stazione di trattamento dove viene separato dagli altri gas e da qualunque altra impurità. Già negli anni ’70 e ’80 sono nati dei progetti importanti in questa direzione, ma sempre con costi elevati e scarsa redditività. La tecnologia di Archaea, ora acquisita da BP, rappresenta una svolta: presto la produzione di biogass rinnovabile potrebbe essere portata su scala a una frazione dei costi storici, favorendo l’ambiente quanto i bilanci dei produttori.