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Brasile, lo yuan diventa seconda valuta di riserva del Paese

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La Banca centrale del Brasile ha annunciato venerdì che la valuta cinese, lo yuan, ha superato l’euro diventando la seconda valuta di riserva internazionale del Paese. La banca ha pubblicato il suo International Reserve Management Report sul suo sito web ufficiale, dove ha messo in evidenza l’aumento della quota di yuan nelle riserve valutarie internazionali del Brasile.

Come indicato nel report, la quota aveva raggiunto il 5,37% alla fine del 2022, superando l’euro che aveva invece una quota pari al 4,74%. Lo yuan inizia a prendere sempre più piede, ma attualmente è comunque il dollaro statunitense a dominare le riserve valutarie del Brasile, con una quota dell’80,42%.

Nel rapporto, la banca centrale ha anche rilevato che le riserve internazionali totali del Brasile sono scese da 362,2 miliardi di dollari nel 2021 a 324,7 miliardi di dollari nel 2022, a causa della perdita dei rendimenti di portafoglio in seguito ai rialzi dei tassi della Federal Reserve statunitense e all’apprezzamento del dollaro.

La Cina aumenta il suo potere nelle riserve di valuta estera del Brasile, del quale è il principale partner commerciale

Il dollaro mantiene la sua posizione dominante rispetto allo yuan

Secondo il rapporto pubblicato dalla banca centrale, il superamento dello yuan rispetto all’euro riflette l’approfondimento dei legami economici tra il Brasile e il suo principale partner commerciale, la Cina. Lo yuan è entrato a far parte delle valute di riserva internazionale del Paese nel 2019 e sta diventando sempre più importante, considerato che le due nazioni sono intenzionate a stringere i rapporti commerciali cercando di eliminare la dipendenza dagli Stati Uniti.

Nonostante ciò, gli shock finanziari che continuano a colpire il dollaro non hanno scosso il suo ruolo nell’economia mondiale, e secondo molti analisti non sarà la Cina ad abbatterlo. Ci sono due modi in cui il dollaro potrebbe perdere il suo posto dominante: l’invasione, in cui un’altra valuta sostituisce il dollaro come quest’ultimo sostituì la sterlina un secolo fa, o l’abdicazione, in cui gli Stati Uniti perseguono politiche che si allontanano dal ruolo globale che avevano precedentemente cercato.

Ad esempio, la Cina è il più grande cliente dell’Arabia Saudita, ma non c’è alcun segno che questa voglia prezzare il petrolio in yuan, considerato che il riyal saudita è particolarmente ancorato al dollaro. Quando la Federal Reserve cambia i tassi di interesse, l’Autorità Monetaria dell’Arabia Saudita e molti altri Paesi del Medio Oriente di solito si adeguano rapidamente.

Lo yuan cinese, inoltre, non è facilmente convertibile: il tasso di cambio cinese è strettamente gestito e il mercato dei capitali si sta sviluppando, ma non è ancora sufficientemente trasparente. Alla fine del terzo trimestre del 2022, la quota dello yuan nelle riserve internazionali era di circa il 2,75%. La quota nelle transazioni Swift ha brevemente superato il 3% all’inizio dell’anno scorso, ma a febbraio 2023 era scesa a circa il 2,2%.

Il complicato rapporto real-dollaro

Un mese fa, la banca centrale brasiliana era intervenuta sul mercato dei cambi per la prima volta nel corso di quest’anno, vendendo 1,5 miliardi di dollari in due aste mentre il real crollava al livello più basso rispetto al dollaro statunitense da oltre quattro mesi. La banca aveva venduto 920 milioni di dollari nel suo primo intervento, seguito da una vendita di 615 milioni di dollari un paio d’ore dopo.

Il Brasile rimane particolarmente dipendente dal dollaro, ma sta cercando di ridurne il legame attraverso accordi bilaterali

Il responsabile del trading di una banca di San Paolo aveva dichiarato che il costo dell’opportunità di investire in Brasile è cambiato radicalmente, soprattutto a causa dell’aumento del rischio interno: il real si è indebolito di quasi il 6% quest’anno, uno dei maggiori ribassi rispetto al dollaro in tutto il mondo. I responsabili politici sono preoccupati per l’elevata volatilità del cambio, che è aumentata a causa delle preoccupazioni fiscali, dei tassi ai minimi storici che rendono più conveniente l’uso del real come strumento di copertura e dell’incertezza sul programma di riforme economiche del governo.

Per questo motivo, il governo brasiliano ha annunciato che la Cina e il Brasile hanno raggiunto un accordo storico per iniziare a commerciare con le rispettive valute locali, superando l’intermediazione del dollaro statunitense. Eliminando la necessità di dollari statunitensi nel commercio bilaterale, viene ridotta l’esposizione dei Paesi ai rischi associati alle fluttuazioni del valore del dollaro statunitense.

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