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Cina-Brasile, addio all’intermediazione del dollaro USA

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Written by Samanta Musai
Diplomata in Scienze Economiche, con parte del mio percorso formativo svolto presso l'Université Paris-Est Créteil a Parigi, ho conseguito una specializzazione in Amministrazione Aziendale. La mia professione di analista è incentrata sulla geopolitica e sulla macroeconomia.
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Il governo brasiliano ha annunciato mercoledì che la Cina e il Brasile hanno raggiunto un accordo storico per iniziare a commerciare con le rispettive valute locali, superando l’intermediazione del dollaro statunitense. Questo accordo permetterà alla seconda economia mondiale e alla maggiore economia dell’America Latina di condurre le proprie transazioni commerciali e finanziarie direttamente, scambiando yuan per reais e viceversa. Si prevede che questo passo ridurrà i costi, promuoverà un maggior commercio bilaterale e agevolerà gli investimenti tra i due Paesi.

L’Agenzia per la Promozione del Commercio e degli Investimenti brasiliana, ApexBrasil, ha sottolineato infatti che l’accordo porterà a ulteriori opportunità di commercio e investimento tra le due nazioni: la Cina è il più grande partner commerciale del Brasile, con un commercio bilaterale che ha raggiunto un record di 150,5 miliardi di dollari l’anno scorso. L’accordo, che segue un preliminare di gennaio, è stato annunciato dopo un forum economico di alto livello tra Cina e Brasile a Pechino.

bandiere della Cina e del Brasile su carte
La Cina raggiunge un nuovo accordo bilaterale con il Brasile, riducendo la dipendenza dal dollaro statunitense

La Cina rafforza il suo commercio con gli accordi bilaterali

La Cina sta attivamente concordando swap valutari bilaterali con un’ampia gamma di Paesi: ha già firmato accordi simili con la Russia e il Pakistan, ad esempio. Questi accordi consentono a due parti di scambiarsi le proprie valute direttamente, senza la necessità di una valuta intermediaria, riducendo i costi delle transazioni e i rischi di cambio, migliorando la stabilità finanziaria e promuovendo la cooperazione.

All’inizio di gennaio, Cina e Brasile avevano raggiunto un accordo preliminare sulla questione, che è stato poi finalizzato in un seminario in Cina, al quale era prevista la partecipazione del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha però dovuto saltare l’evento a causa di gravi problemi di salute. La Banca delle Comunicazioni della Cina BBM, una delle prime cinque banche del Paese, e la Banca Industriale e Commerciale della Cina saranno responsabili dell’esecuzione dell’accordo, come dichiarato dai funzionari.

La Cina e il Brasile sono due dei cinque fondatori del blocco BRICS, che rappresenta circa il 30% del prodotto interno lordo globale. Il gruppo, composto anche da Russia, India e Sudafrica, è stato creato con l’obiettivo di diventare una forza emergente sul mercato internazionale e alcuni economisti, come Jim O’Neill di Goldman Sachs, prevedono che questi Paesi arriveranno a dominare il mondo entro il 2050. Di recente, un gruppo di economie di medie dimensioni ha cercato di unirsi al blocco: Argentina, Algeria, Iran, Indonesia, Turchia, Arabia Saudita ed Egitto.

bandiere di Sudafrica, Cina, India, Russia, Brasile
Il gruppo BRICS continua a rafforzare il suo potere a livello internazionale

Il dollaro perde terreno

Il dollaro statunitense è da tempo immemore la valuta dominante nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie. Tuttavia, negli ultimi anni molti Paesi hanno esplorato alternative per bypassare il dollaro, in particolare alla luce delle tensioni politiche e delle sanzioni economiche spesso imposte dal governo degli Stati Uniti.

Il nuovo accordo di scambio valutario tra Cina e Brasile rappresenta un passo importante verso una maggiore indipendenza e diversificazione finanziaria: eliminando la necessità di dollari statunitensi nel commercio bilaterale, viene ridotta l’esposizione dei Paesi ai rischi associati alle fluttuazioni del valore del dollaro statunitense.

Questo potrebbe avere implicazioni più ampie per il sistema finanziario globale: sempre più Paesi cercheranno di evitare l’uso del dollaro americano nelle loro transazioni internazionali e il ruolo del dollaro diminuirà gradualmente. In questo modo si promuove la cooperazione economica tra i Paesi e si crea una maggiore stabilità finanziaria globale.

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