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Cina a sostegno dello yuan: tassi giornalieri invariati e messaggio chiaro al mercato del Forex
Tassi giornalieri invariati in Cina, con la banca centrale della Repubblica Popolare che starebbe provando a mandare un messaggio a mercati in stato di agitazione, almeno per quanto concerne il Forex. Vengono così dissipati i dubbi della settimana che si è appena conclusa, dubbi che riguardano in larga parte la capacità di PBOC di sostenere uno yuan in stato di grave difficoltà. Pesa infatti il sentiment negativo per quanto riguarda in generale la tenuta dell’economia cinese e il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi fissati dal Partito, in aggiunta a un dollaro in stato di grazia.
Dollaro che è in stato di grazia in seguito all’allontanarsi delladata X che segnerà l’inizio di tagli, data che potrebbe ulteriormente allontanarsi se dovessero essere confermate le previsioni sull’inflazione di marzo, che verrà rivelata mercoledì prossimo, 10 aprile, e che rimbalzerà in modo consistente almeno in termini di CPI classica. Una situazione che, come abbiamo già analizzato su queste pagine, è fonte di allarme e preoccupazione anche a Tokyo, Ankara e in altri paesi che stanno affrontando difficoltà importanti nel sostenere il valore delle proprie divise nazionali.
Tassi invariati sul giornaliero: Pechino prova a mandare un messaggio ai mercati
Le banche centrali hanno mille e uno modi di parlare. Uno di questi, almeno a Pechino, è a mezzo tassi giornalieri. Tassi che sono diventati nel corso del fine-settimana la principale preoccupazione di tutti coloro i quali si occupano di Forex o che investono sulle piazze cinesi. L’arcano è stato però presto svelato: PBOC è rimasta ferma, lasciando tali tassi invariati e mandando così un messaggio piuttosto chiaro ai mercati. Almeno per ora non ci sarebbe alcuna intenzione di rendere la politica fiscale più lassista al fine di sostenere l’economia interna, in particolare in concomitanza di altri fattori che sono ora fonte di preoccupazione importante non solo per Pechino, ma per tutte o quasi le principali valute internazionali.
Che tipo di preoccupazioni? Quelle legate ad una nuova stagione di forza relativa per il dollaro USA, stagione che si sta già materializzando in seguito al possibile rinvio a data da destinarsi dei tagli ai tassi di interesse. Rinvio che sarebbe sostenuto da almeno due angoli: il primo è quello dell’incredibile tenuta dell’economia USA e anche del relativo mercato del lavoro. Il secondo è quello di un’inflazione che rimarrà, anche per marzo, piuttosto alta, secondo la situazione che dovrebbe essere inequivocabilmente certificata anche dai dati che arriveranno il prossimo 10 aprile.
Pechino a caccia di stabilità
Dopo un 2023 da incubo sia in termini di valuta sia di performance delle borse, Pechino starebbe attribuendo alla stabilità, anche di cambi, un’importanza preminente nelle proprie scelte di politica economica e monetaria. Il segnale di oggi sarebbe da intendersi in questo senso, per quanto in realtà questo cammino dovrà essere senza ombra di dubbio confermato anche nelle prossime occasioni. Qualcosa sul quale i mercati sembrerebbero avere più di qualche remora e più di qualche dubbio.
Intanto lo stato di agitazione persiste anche in paesi limitrofi o dirimpettai: Tokyo, dopo aver minacciato per 2 settimane interventi a tutela dello yen, si trova comunque a fronteggiare un cambio USDJPY sempre più vicino alla soglia di intervento.
L’effetto annuncio sembrerebbe essersi completamente esaurito, cosa che non permetterà di abbassare la guardia né al governatore Kazuo Ueda, né tanto meno agli investitori su questa coppia e sulle altre coppie che coinvolgono appunto questa divisa.
L’andamento altalenante dell’inflazione negli USA e la forza di quella economia hanno cambiato le carte in tavola in modo radicale all’interno del mercato del Forex. E questa potrebbe confermarsi, anche in attesa dei dati sull’inflazione USA, un’altra settimana ad alta tensione.