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Altro stimolo annunciato dalla Cina: si attende reazione dei mercati dopo settimana da incubo (-6,5%) anche a Hong Kong

Altro annuncio di stimoli in Cina. C’è chi lo vede come segnale di panico, e chi come spunto per i long della prossima settimana.

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Gli stimoli pubblici in Cina non sono finiti. E questa volta non riguardano il mercato azionario ma l’altro grande malato dalle parti della Repubblica Popolare Cinese. Mancano ancora i dettagli, ma c’è già la conferma da parte del Ministro delle Finanze Lan Fo’an. Il briefing di sabato ha infatti indicato nuove misure che saranno a favore delle amministrazioni locali – che avranno una sorta di carta bianca per acquistare immobili rimasti e per correggere una situazione debitori anche almeno per i più cinici inizia a farsi preoccupante.

Primo problema: non c’è ancora una quantificazione dello stimolo specifico. Non ci sono numeri e non si potrà dunque valutare la cosa fino all’annuncio più ufficiale. Seconda questione: Lan ha chiaramente affermato che il governo centrale ha ancora spazio di manovra, lasciando forse intendere che questa non sarà l’ultima delle misure adottate dal governo di Pechino a sostegno della propria economia.

Arriveranno anche bond speciali

Ovvero straordinari e che non erano stati in alcun modo preventivati negli ultimi bilanci. Sono ancora una volta misure fuori misura che hanno come principale obiettivo quello di aiutare l’anello più problematico della catena della spesa pubblica e dell’amministrazione cinese, ovvero quello dei governi locali, che in seguito all’accumulo di debiti ingenti hanno dovuto stringere la cinghia e ridurre la spesa pubblica ordinaria.

Stretta sulla spessa che dagli economisti di Pechino viene considerata come una delle cause principali di contrazione della domanda complessiva. Contrazione della domanda che ha causato importanti sconquassi nell’economia cinese interna.

La mano sarà tesa, indirettamente, anche al settore immobiliare privato, che rimane (per quanto se ne parli sempre più raramente) il grande malato di quella che un tempo era la tigre delle economie asiatiche e mondiali, nonché principale locomotiva della crescita globale. Tutto questo in un contesto che ha già visto le autorità di Pechino correggere al rialzo il deficit massimo consentito, portandolo al 3,8%.

Si risolve con questo intervento anche la domanda con la quale si era chiusa la settimana di analisi sulla Cina anche da CNBC: per quanto ci fosse odore di stimolo, in pochi avevano inquadrato le modalità con le quali questo si sarebbe manifestato.

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