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Cina: grandi manovre a tutela della borsa | Arriva “il macellaio”
Cambio al vertice in Cina per quanto riguarda l’autorità che regola il mercato dei cambi finanziari. Arriva, o forse sarebbe il caso di dire torna, Wu Qing, accompagnato da una reputazione e da un soprannome da brividi per gli operatori di mercato: il macellaio dei broker. Un soprannome che si è guadagnato nei primi anni ‘2000, quando sempre tramite l’agenzia costrinse alla chiusura 31 degli operatori della Repubblica Popolare Cinese, ovvero circa il 25% del totale.
La nomina arriva poco prima della chiusura per il capodanno cinese, a segnalare la massima urgenza con la quale il Partito ritiene che si debba intervenire sul mercato azionario e più in generale sul mercato dei titoli finanziari in Cina. Mercato che sta vivendo un periodo di grandi difficoltà e che vede spostamenti importanti di capitali verso fondi che replicano indici stranieri, in particolare quelli USA e quelli del Giappone. Questo nonostante tali prodotti abbiano un cap massimo e siano stati già soggetti a importanti restrizioni. L’identikit fornito dalla stampa statunitense su Wu Qing è di quelli importanti, con toni però che sembrano appartenere più al mondo della cinematografia che a quello della finanza e dei suoi regolatori.
Un politico di lungo corso, con una lunga esperienza nel mondo della finanza
Wu Qing non è certamente un personaggio di primo pelo tanto per la politica cinese quanto invece per la regolamentazione dei mercati. Ha guidato la Borsa di Shanghai per quasi due anni e più recentemente era impegnato come politico nella municipalità della stessa città, con un focus specifico verso le attività finanziarie e economiche locali. Ha dei trascorsi anche presso l’authority che si occupa di regolamentare i mercati, trascorsi che appunto gli hanno fatto guadagnare il soprannome di cui sopra. È stata una nomina tra le altre cose arrivata con tempistiche che comunicano una certa urgenza: tra poco in Cina si darà il via alle festività per il nuovo anno e i mercati si prenderanno una pausa. Una nomina a poco meno di 24 ore dall’avvio delle celebrazioni comunica appunto il desiderio di Xi Jinping di intervenire quanto prima su una situazione che ormai desta una certa preoccupazione.
La reputazione che accompagna Wu Qing è quella di un uomo integerrimo, poco disposto alla trattativa e con un forte senso di giustizia. È stato anche tra i maggiori fautori internamente al Partito dell’apertura dei mercati finanziari della Cina, nonché personaggio che pare piaccia in certi circoli, anche stranieri.
La notizia è inoltre arrivata all’interno di una settimana che è stata densa di annunci in termini di sostegno del governo alle piazze locali. Sostegno che ha aiutato il comparto a sostenersi nonostante un sentiment da tempo negativo e che aveva fatto registrare uno dei peggiori periodi per la borsa cinese.
Fuga di capitali, per quanto possibile, da arrestare
D’altronde i risparmiatori cinesi stanno votando con i loro denari. I prodotti che replicano indici stranieri sono sempre più popolari e sono offerti sul mercato, date anche importanti restrizioni al massimo di capitale che possono gestire, con premi piuttosto importanti. Una situazione che segnala come la fiducia del grosso dei cinesi verso la tenuta del proprio sistema economico e in particolare delle proprie aziende sia al minimo.
Questo nonostante tra i risparmiatori cinesi l’allocazione in borsa sia una frazione di quanto invece storicamente viene allocato in altri settori come quello immobiliare, anche questo però in grave e probabilmente incontrovertibile difficoltà.
Starà ora al macellaio, soprannome non nostro, cercare di rimettere le cose in riga. L’obiettivo sarà anche quello di implementare regole piuttosto dure che dovrebbero contenere short e fuga di capitali verso l’estero. E per un compito così duro non poteva che venir scelto uno degli uomini ritenuti più integerrimi e chirurgici tra quelli disponibili nelle fila del Partito.