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Cina, la banca centrale difenderà il cambio con il dollaro
In una dichiarazione pubblica di venerdì, la banca centrale cinese ha detto che difenderà il tasso di cambio con il dollaro e metterà un freno alle oscillazioni sul mercato Forex. Il commento non arriva in un momento qualsiasi, ma in uno di particolare difficoltà per la forza dello yuan. Con l’economia che fatica a riprendersi e la banca centrale che inietta liquidità nel sistema finanziario, la valuta nazionale cinese si sta svalutando piuttosto rapidamente. La People’s Bank of China ha voluto fare chiarezza sulla situazione e rassicurare i mercati, proprio mentre Xi Jinping annunciava un nuovo piano di sviluppo economico.
Storicamente la banca centrale cinese ha cercato di difendere il tasso di cambio di 7 yuan per dollaro, che però è stato rotto di recente. Dall’inizio dell’anno si nota un netto calo della forza dello yuan, per quanto le istituzioni abbiano continuato a cercare di mantenere il cambio costante. Questo ha portato anche a un aumento della speculazione, altro fenomeno che la banca centrale cinese vorrebbe arginare. In Cina esiste anche un ente predisposto alla gestione degli affari connessi al Forex, con cui la banca centrale ha dichiarato di voler collaborare per raggiungere la stabilità del cambio.
Importante la difesa del cambio
Evidentemente la Cina non vuole che lo yuan si svaluti rispetto al dollaro americano, soprattutto in un momento in cui si parla molto di de-dollarizzazione nel blocco economico orientale che include anche Russia e India. Dal momento che sempre più affari internazionali vengono regolati in yuan tra queste economie, è ora ancora più importante dare credibilità alla moneta nazionale cinese ed evitare che gli investitori stranieri temano per un trend di svalutazione a lungo termine. Considerando che la ripresa economica dopo la fine della politica zero Covid sembra stare rallentando, i dubbi a livello internazionale sono ancora di più.
La banca centrale ha indicato alcuni elementi su cui intende lavorare per migliorare la situazione. Il primo è quello di rafforzare le misure con cui disciplinare i depositi in dollari delle aziende, che spesso hanno forti volumi di esportazione e fanno affari a livello internazionale in dollari americani. Si pensa anche di agire sull’hedging del rischio di cambio, in modo da aiutare le imprese a non perdere valore nel caso in cui la parità dovesse saltare. Da ultimo, la banca centrale ha esplicitamente additato la speculazione come una delle priorità da tenere sotto controllo. Verranno anche offerte delle soluzioni pensate per piccole e medie imprese che vogliono proteggersi meglio dalle oscillazioni dei cambi.
Xi Jinping svela nuovo piano infrastrutturale
Mentre la banca centrale pensa alla gestione del tasso di cambio, il governo svela un nuovo piano infrastrutturale che tocca tutta l’Asia centrale. Come in altre situazioni in passato, la Cina guarda agli investimenti all’estero quando ci sono dubbi riguardo alla crescita domestica. Il piano dovrebbe toccare Turkmenistan, Tajikistan, Kazakhistan, Kyrgyzistan e Uzbekistan: l’obiettivo è quello di sviluppare infrastrutture per generare una rete di trasporto con cui facilitare le esportazioni dalla Cina verso l’Europa. I dettagli non sono ancora stati forniti in termini di entità dell’investimento e tempistiche.
Le ex-repubbliche Sovietiche dell’Asia Centrale vedono nella Cina un partner sempre più importante, soprattutto ora che la priorità della Russia è la guerra in Ucraina. Spesso la Cina concede prestiti alle nazioni confinanti per lo sviluppo di infrastrutture, ma a patto che la costruzione delle stesse venga commissionata ad aziende cinesi; in questo modo diventa subito possibile aumentare i dati sul PIL cinese, favorendo allo stesso tempo l’aumento dell’occupazione nelle zone più lontane dalle grandi città come Shangai e Pechino. Xi Jinping ha già dichiarato di voler impegnare 3.8 miliardi di dollari per questo nuovo piano in Asia Centrale, ma questa dovrebbe essere solo la tranche di investimento destinata alla prima fase del piano.