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Unicredit su Commerzbank: palla a Andrea Orcel per acquisizione da 18 miliardi

Il caso Unicredit-Commerzbank è ad uno stop definitivo? No, la palla torna a Andrea Orcel, che ha ancora assi nella manica.

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La palla è tornata nelle mani di Andrea Orcel, CEO di Unicredit, che venerdì ha dovuto fare i conti con la contromossa del governo tedesco, che ha affermato che interromperà le vendite di azioni Commerzbank fino a data da destinarsi. Al centro c’è la scalata di Unicredit al principale istituto di credito dell’economia tedesca, con il gruppo italiano che ha raccolto a mercato fino al 9% di azioni del gruppo, con modalità che però hanno contribuito a raccogliere opposizione – a livello governativo in Germania – all’operazione, con una maggioranza mai così unita dall’insediamento del governo e che ora si è compattata sulle barricate costruite venerdì per resistere a Unicredit.

Siamo davanti ad una di quelle storie che oltre a muovere e interessare i mercati, sarebbero un ottimo evento sul quale costruire un romanzo, con Andrea Orcel nei panni del protagonista con un’importante esperienza in acquisizioni di alto profilo da un lato e dall’altro una Germania che prova a fare le barricate ricordando al mondo che i confini intra-europei contano ancora, conteranno in futuro e che sono anche barricate sul quale organizzare la difesa dell’orgoglio nazionale.

Non è finita qui

Venerdì ci eravamo lasciati con un dubbio importante: era già arrivata l’ora di scrivere la parola Fine su una vicenda che si è consumata in pochi giorni, un nulla nei biblici orizzonti temporali del settore bancario? Abbiamo una prima risposta, ed è un no secco. Non ci sono state ancora dichiarazioni da parte di Orcel né da parte di UniCredit. L’istituto, d’altronde, cercherà di mascherare l’operazione basandosi sulla narrativa di un impegno concreto sì, ma lontano da quanto spaventa il governo tedesco.

Governo tedesco che appunto venerdì ha reagito con tutta la forza possibile, interrompendo le vendite di titoli Commerzbank per togliere la proverbiale terra sotto ai piedi ad un gruppo ritenuto ostile e – secondo le malelingue – soprattutto straniero.

Oltre alla questione più strettamente finanziaria, torna prepotente il tema politico: esiste un mercato comune europeo? I tedeschi possono comprare in Italia? Gli italiani possono comprare in Germania? È possibile coniugare le velleità di Stati Uniti d’Europa se le resistenze, di fronte a possibili acquisizioni in settori ritenuti strategici, sono di questa natura? Questioni che il governo tedesco subordina comunque alla difesa del suo sistema, di una proprietà possibilmente tedesca per un istituto cruciale per il funzionamento dell’economia tedesca.

In Italia un’altra aria

Diverso l’avviso a livello politico e a livello finanziario in Italia. La mossa di Andrea Orcel è considerata come un segnale del potenziale rafforzamento del sistema bancario italiano, per un obiettivo anche politico che si cercava di perseguire da tempo.

La questione però, anche lontana dai palazzi, è anche strettamente economica. Orcel punta a offrire maggiori ritorni agli azionisti, cosa che il governo tedesco non potrà mettere sul piatto. E potrebbe essere questa la mossa di Orcel per mettere gli azionisti dalla sua parte e aprire una guerra metaforica nella quale lo strumento economico e del profitto sarà dalla sua parte.

C’è incertezza, con l’unica sicurezza per il momento è che la saga Unicredit-Commerzbank continuerà a svilupparsi, tenendo incollati agli schermi e alle agenzie sia gli investitori, sia gli appassionati di storia finanziaria.

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