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COP 28: tutte le novità da Dubai del 2 dicembre

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La terza giornata del COP 28 ha continuato a portare l’attenzione sui paesi emergenti, ma spostando il focus. Se ieri si era parlato soprattutto di Asia, oggi Medio Oriente e America Latina sono state le due grandi protagoniste. E parlando di America Latina si è parlato ovviamente molto anche di Amazzonia, uno dei temi su cui ci si aspettano altri grandi annunci nel corso della conferenza climatica organizzata dalle Nazioni Unite. Oggi è stato anche il giorno del discorso di Kamala Harris, vice-presidente degli Stati Uniti, che colto l’occasione per definire gli USA come i “leader” della transizione energetica attraverso le politiche messe in piedi negli ultimi anni.

Riassunto della terza giornata del COP 28

Le notizie principali di oggi hanno riguardato sia gli impegni finanziari diretti verso le nazioni in via di sviluppo, sia nuovi studi che mostrano ancora più in dettaglio quale sia la situazione attuale rispetto agli obiettivi climatici che il mondo si è posto nel 2015 con l’Accordo di Parigi.

1. $15 miliardi per la transizione climatica in LatAm

Sul fronte degli impegni finanziari, la notizia di oggi riguarda l’annuncio della Development Bank of Latin America and the Caribbean (CAF). La banca sovranazionale per lo sviluppo dell’America Latina ha messo a disposizione dei paesi che partecipano all’iniziativa $15 miliardi da distribuire gradualmente fino al 2030. I fondi potranno essere utilizzati non soltanto per le rinnovabili: iniziative per la sicurezza alimentare, la rete idrica e la risposta alle emergenze climatiche potranno tutte essere finanziate con questo piano. Una grande enfasi sarà data anche ai progetti per la prevenzione dell’erosione costale e delle inondazioni.

2. L’autoproclamazione degli Stati Uniti

Il discorso più atteso della giornata era quello di Kamala Harris, che ha aperto ricordando i grandi sforzi fatti dagli Stati Uniti verso il clima negli ultimi anni: su tutti i $400 miliardi investiti attraverso l’Inflation Reduction Act. Oggi la Harris ha annunciato anche che gli USA parteciperanno al Green Climate Fund delle Nazioni Unite per favorire la transizione energetica nei paesi emergenti. Il governo USA è pronto a mettere sul piatto $3 miliardi per finanziare l’iniziativa. La vice-presidente però non ha risposto alla domanda che tutti stavano aspettando: se gli Stati Uniti siano disposti a firmare un piano per la graduale eliminazione del gas naturale e del petrolio. La Harris si è limitata a dire che gli USA sono a favore dell’eliminazione totale del carbone, ma non ha citato altri combustibili fossili.

3. Il nuovo studio sulle città

Un nuovo studio pubblicato dalla Cities Climate Finance Leadership Alliance mostra che le città del mondo stanno attualmente ricevendo appena l’1% dei fondi che sarebbero necessari per finanziare un’urbanizzazione sostenibile. Malgrado l’inurbamento sia sempre maggiore, specie nei paesi emergenti, la quantità di fondi allocata in questa direzione è rimasta quasi invariata negli ultimi anni. Secondo lo studio sarebbero necessari $5.4 triliardi all’anno fino al 2030 per non rimanere indietro rispetto agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

4. 3 GW di eolico per il Kazakistan

Il governo kazako ha stretto un accordo con la francese TotalEnergies, la società elettrica di Abu Dhabi (Masdar) e la ACWA degli Emirati Arabi. Le tre grandi multinazionali si occuperanno di sviluppare nuovi progetti eolici in Kazakistan, per una potenza installata totale di 3 GW. Il governo non ha fornito molti dettagli, se non che per la singola centrale che ACWA dovrebbe costruire sarà necessario un investimento da $1.8 miliardi. Contestualmente, il Kazakistan ha anche sottoscritto un accordo per fornire uranio alla società di ricerca nucleare degli Emirati Arabi.

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