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COP 28: Vietnam e Malesia al centro della giornata

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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La seconda giornata del COP 28 ha visto al centro il continente asiatico, con Malesia e Vietnam che hanno annunciato grandi misure per il combattimento climatico. In entrambi i casi si prevede una forte collaborazione con le potenze occidentali e con gli Emirati Arabi, che forniranno i finanziamenti per poter realizzare i progetti. Anche se l’Asia è stata al centro di questa giornata di dialoghi e annunci al COP 28, però, non si è parlato di Cina: organizzazioni pro-ambiente, mercati e governi di tutto il mondo continuano ad aspettare per scoprire se Pechino intenda annunciare dei nuovi piani alla conferenza climatica più importante dell’anno.

Nel frattempo è anche arrivato un annuncio già atteso, cioè quello della nascita di un fondo internazionale per rispondere alle emergenze causate dal cambiamento climatico. Le Nazioni Unite avevano guidato i dialoghi nei mesi scorsi, per arrivare a un accordo preliminare da annunciare poi definitivamente a Dubai. Come già atteso, sarà gestito dalla Banca Mondiale; al momento sono stati annunciati impegni solo per $400 milioni, ma ci si aspetta che nel corso dei prossimi giorni altre nazioni decidano di entrare a far parte del fondo.

presentazione della notizia su risultati della seconda giornata del COP 28

Piano da $15.5 miliardi per il Vietnam

Il Vietnam ha annunciato, attraverso le parole del Presidente Pham Minh Chinh, un nuovo piano da oltre 15 miliardi di dollari per rimuovere il carbone dal mix energetico della nazione. Il piano è stato accordato direttamente con le nazioni del G7, che forniranno i finanziamenti a tasso di mercato nel corso dei prossimi 3 anni. L’accordo fa parte del Just Energy Transition Plan, un’iniziativa mondiale attraverso la quale le nazioni economicamente sviluppate si stanno impegnando ad aiutare le nazioni emergenti a raggiungere i loro obiettivi climatici. Altre nazioni che stanno negoziando fondi provenienti da questa iniziativa sono l’India, il Senegal e il Sud Africa.

Per il Vietnam si tratterebbe di un passo avanti importante verso la sostenibilità. La nazione sta continuando a crescere velocemente sia dal punto di vista economico che demografico, ma il 31% dell’energia nazionale proviene ancora da centrali a carbone. L’obiettivo del governo sarebbe quello di ridurre questa quota al 20% entro la fine del decennio, soprattutto puntando a grandi progetti eolici e fotovoltaici. Complessivamente i fondi verranno impiegati su 400 progetti, oltre 270 dei quali riguardano l’infrastruttura di produzione e distribuzione dell’energia elettrica.

foto di pannelli fotovoltaici

Maxi-piano per le rinnovabili in Malesia

Un secondo annuncio importante ha seguito quello vietnamita: la Malesia intende realizzare un maxi-piano per installare 10 GW di energia rinnovabile entro la fine del decennio. Sarebbe già pronto un piano istituzionale dettagliato per eseguire il progetto, che prevede di sviluppare congiuntamente nuove centrali eoliche, nuovi impianti fotovoltaici e soprattutto grandi centri per lo stoccaggio dell’energia rinnovabile. In questo caso i fondi proverranno dagli Emirati Arabi, che hanno messo a disposizione 8 miliardi di dollari. Le due nazioni sono sempre più economicamente vicine tra loro, al punto che stanno considerando di introdurre anche un accordo di libero scambio per importazioni ed esportazioni di qualunque bene.

A occuparsi di guidare l’investimento dei fondi provenienti dagli Emirati sarà Masdar, l’ente che si occupa di produzione e distribuzione di energia ad Abu Dhabi. La società gestisce attualmente un portafoglio da oltre 100 GW per la produzione di energia rinnovabile, sparso in tutto il mondo. Attraverso questo tipo di investimenti, gli Emirati puntano a diversificare i loro asset e la loro economia in vista del distacco dal petrolio che avverrà nel lungo termine.

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