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Corea: multa milionaria a HSBC e BNP, anche se c’è disaccordo

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L’eterna lotta tra governi, stati e short continua. Questa volta a Seul, dove da tempo si affrontano da un lato la locale authority per la vigilanza sui mercati e dall’altra grandi banche. Il tema? Quello dei naked short, che sono stati proibiti in Corea del Sud nel disperato tentativo di spingere in alto le quotazioni delle aziende locali le cui azioni sono appunto quotate alla borsa di Seul. Una situazione che arriva da lontano e che potrebbe non chiudersi qui.

Si è tenuta infatti poche ore fa una riunione all’interno della quale si sarebbero dovute decidere le multe per almeno due gruppi, HSBC e BNP Paribas, per aver appunto venduto allo scoperto azioni di questo mercato. Le raccomandazioni di FSS sono di una multa che i giornali hanno definito come salata, per quanto si parli soltanto di 7,7 milioni di dollari complessivi. E per quanto ne sappiamo fino ad adesso, ci sarà ancora da discutere riguardo le suddette multe.

Multa milionaria per HSBC e BNP, anche se…

I cinque membri di FSC hanno deciso: sarà multa milionaria

La multa sarà milionaria, e non potrebbe essere altrimenti dati i soggetti coinvolti e dati i volumi che FSC contesta appunto alle banche in questione. Quasi 8 milioni di dollari, che serviranno sia da ristoro, sia invece da avviso a non ripetere certe azioni in futuro. È questo quanto è emerso da una riunione che ha coinvolto i cinque membri di FSC, la locale authority di vigilanza sui mercati. Mancherebbe però, almeno secondo voci di corridoio, accordo e si potrebbe tornare a discuterne, prima della finalizzazione della multa, ancora una volta. Ci sarà comunque un altro incontro a breve, già venerdì, che potrebbe essere risolutivo.

Non è chiaro che tipo di discussioni avranno luogo, se atterranno semplicemente al quanto pagare o anche al se pagare, a corredo di una decisione che riguarda non solo le grandi banche, ma anche i fondi hedge che hanno continuato a shortare fuori tempo massimo.

Il naked short selling è un’operazione che prevede la vendita allo scoperto di azioni senza che vengano prese in prestito: una pratica che le autorità coreane ritengono scorretta e che al tempo stesso, sempre secondo le medesime autorità, avrebbe compresso in modo innaturale il valore delle società coreane quotate.

Questo all’interno di un più ampio ban delle vendite allo scoperto che sarà operativo almeno fino a giugno 2024 e che ha sortito sì effetti immediati al suo annuncio, ma che difficilmente potrà continuare a produrli.

Ban in vigore almeno fino a giugno 2024

L’eterna lotta contro gli short

Non è soltanto la Corea a essere di questo avviso. A più riprese anche le economie europee hanno bandito dai propri mercati la possibilità di fare short, in particolare in concomitanza di eventi esogeni che avevano già punito in modo considerevole i mercati. In accademia c’è però un dibattito molto acceso sull’effettiva capacità di tali misure sia di interrompere le operazioni di short, sia di sostenere i prezzi.

Ci sarebbe poi da parlare di quanto sia desiderabile impedire la price discovery eliminando uno strumento che, tutto sommato, la aiuta. Ma sono discussioni che per il momento non interessano i vertici del mercato di Seul, più interessati a lanciare un messaggio chiaro.

Le multe, per quanto siano state definite come salate, sono in realtà poca cosa rispetto agli enormi business gestiti dalle banche coinvolte e saranno comunque di scarsa efficacia anche per i fondi hedge che sono stati puniti in settimana.

L’eterna lotta tra short e mercati, che per qualcuno assume talvolta i toni di quella tra bene e male, non finirà qui, nonostante una copiosa letteratura che contesta l’efficacia di certe misure. Chi ama fare short dovrà comunque recarsi altrove, almeno fino al prossimo giugno.

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