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Country Garden rimanda nuovamente il voto su bond e default

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Continua la saga di Country Garden, la più grande società di costruzione e gestione immobiliare in Cina. La società sta lottando contro il default, tra un mercato che manifesta ancora prezzi in calo e bassa attività dei compratori. Oggi sarebbe dovuto scadere il termine per il voto degli obbligazionisti che avrebbe potuto decretare la sopravvivenza di breve termine o il default di Country Garden. Si tratta di un voto sulla rinegoziazione dei termini di un pagamento da $535 milioni di dollari, su un bond onshore che può essere ripagato esclusivamente in yuan. Se la società non riuscisse a ottenere l’approvazione di questo voto, non avendo sufficienti fondi per far fronte al pagamento previsto per il 4 settembre, si troverà costretta a dichiarare default. Nuovamente con un intervento dell’ultimo minuto, Country Garden è riuscita a spostare il termine ultimo per chiudere la votazione alle 22:00 di venerdì.

In un primo momento la votazione avrebbe dovuto chiudersi il 25 agosto, ma Country Garden aveva già rimandato il termine al 31 agosto. Ora si slitta nuovamente di un giorno. La decisione arriva con l’obiettivo di avere più tempo per continuare le negoziazioni con gli obbligazionisti, che a quanto pare non hanno accettato la proposta iniziale di Country Garden: questa prevedeva di pagare il 6% del debito nel 2023 e rimandare il resto a una serie di pagamenti nel 2024, 2025 e 2026.

L’ultimo anno sarebbe stato quello più significativo, con oltre il 50% del capitale rimborsato con tre anni di ritardo rispetto al previsto. Ora però sembra che gli obbligazionisti vogliano maggiori garanzie sulla capacità di Country Garden di onorare i propri debiti, e addirittura sembra che alcuni investitori richiedano il pagamento completo del bond nel giorno stesso della scadenza. Le obbligazioni in questione erano state emesse con collocamento privato, per cui sono concentrate nelle mani di poche banche d’investimento anziché essere distribuite tra tanti investitori al dettaglio.

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Moody’s taglia nuovamente il rating dei bond Country Garden

Moody’s torna per la terza volta nell’arco di due mesi a tagliare il rating dei bond di Country Garden, passandolo da Caa1 a Ca. Questo è un netto peggioramento, ma che avviene sempre nel contesto della categoria nota come “junk bonds”. Entrambi i rating evidenziano un forte rischio di default e mancato pagamento delle obbligazioni, ma Ca è considerato estremamente vicino al default. Questo renderà ancora più difficile per Country Garden raccogliere capitali in futuro, e causerà un ulteriore aumento del tasso di interesse che la società dovrebbe offrire per riuscire a ottenere fondi dagli investitori. Attualmente la azioni Country Garden stanno registrando un ribasso del 39% su base mensile, ma non sembra che abbiano reagito particolarmente al downgrade a Ca di Moody’s.

Nella nota di accompagnamento alla decisione di downgrade, Moody’s sottolinea che la scelta è dovuta alle scarse prospettive di Country Garden, alla poca liquidità in mano alla società e alle scarse possibilità di recupero del valore perso dagli obbligazionisti. Gary Ng, analista senior presso Naitixis, rimane comunque cautamente positivo: ritiene che la rinegoziazione dei debiti onshore sia una prassi comune in Cina, e che sarebbe molto più difficile ottenere un’approvazione delle dilazioni di pagamento se si trattasse di un bond offshore emesso in dollari americani.

Questo sembra essere stato il caso anche per Evergrande in passato e per tante imprese e enti locali cinesi, specie nell’ultimo biennio che è stato segnato da una forte crisi del settore immobiliare. Con il comparto che pesa per il 25% sul PIL complessivo cinese, un default di Country Garden potrebbe avere ripercussioni gravi su tutta l’economia cinese.

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Evergrande non ha liquidità per le spese correnti

L’altro caso che non smette di fare notizia è quello di Evergrande, da cui oggi provengono notizie relative al ramo di money management della società. Si tratta di un’estensione del gruppo Evergrande che offre servizi di investimento immobiliare, e che oggi ha diffuso una preoccupante comunicazione sul gruppo WeChat dell’azienda: non ci sono i soldi per fare i pagamenti agli investitori. Sembra che l’azienda abbia tentato disperatamente di vendere immobili e progetti per raccogliere la liquidità con cui onorare queste scadenze, ma che i fondi non siano ancora arrivati. La società sta teoricamente affrontando un “periodo di ristrutturazione”, che però sembra lasciarla rimanere nel limbo: anche Evergrande ha spostato alla prossima settimana il voto sulla dilazione dei pagamenti su un bond, ma si tratta di obbligazioni offshore decisamente più difficili da rinegoziare.

Come se il tutto non bastasse, l’azienda ha mancato $5.6 miliardi di pagamenti ai clienti del suo servizio di investimenti solo nel 2021. Al tempo erano 70.000 gli investitori clienti del servizio, molti dei quali anche dipendenti di Evergrande. Per lo meno questo ramo della società sembrava in corso di ripresa, ma ora esiste la seria possibilità che chi ha investito non riveda mai indietro il proprio denaro. La comunicazione su WeChat è stata molto sintetica, e non sono arrivati chiarimenti da parte del management. Evergrande aveva già mancato un importante pagamento a maggio, ma aveva convinto gli investitori a rimanere in attesa delle vendite di asset che la società avrebbe eseguito per aumentare la liquidità in cassa. A distanza di tre mesi, la situazione si ripresenta e in un mercato immobiliare in peggioramento.

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